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(voce di SopraPensiero)
Grazie alla voce di Cristiana Melli pubblichiamo l’audiolibro La morte di Ivan Ilijc – La sonata a Kreutzer di Lev Nikolàevič Tolstoj.
La morte di Ivan Il’ič è una delle opere più celebrate di Tolstoj, influenzata dalla crisi spirituale dell’autore, che lo porterà a convertirsi al Cristianesimo. Tema centrale della storia è quello dell’uomo di fronte all’inevitabilità della morte.
TRAMA
In un ufficio del Tribunale di San Pietroburgo, alcuni magistrati discutono di un importante caso giudiziario. Uno di loro, sfogliando il giornale, vede il necrologio di un collega, Ivan Il’ič Golovin, di 45 anni, che tutti sapevano essere gravemente malato. Dopo una serie di ipotesi su chi potrà occupare il posto lasciato vacante e vaghi propositi di andare a visitare il defunto, tornano al lavoro, contenti di essere ancora vivi. Il giudice Pëtr Ivanovič, amico di Ivan Il’ič fin dai tempi dell’Università, dopo pranzo si reca a far visita alla vedova, Prascovia Fëdorovna che lo intrattiene chiedendogli consigli sulla pensione di reversibilità. L’incontro con la famiglia del defunto non è particolarmente cordiale. Adempiuto quest’obbligo morale, si reca a casa di un collega per giocare a carte.
Ivan Il’ič Golovin aveva studiato giurisprudenza ed era diventato giudice istruttore di una remota provincia. Dopo alcune avventure sentimentali con donne più mature di lui, si era sposato per convenienza con una ragazza altolocata da cui aveva avuto due figli. Diversi anni più tardi riesce ad ottenere il trasferimento nella capitale, una promozione e l’aumento di stipendio. Arredando la nuova casa a San Pietroburgo, cade da una scala urtando col fianco la maniglia della finestra. Il dolore cresce costantemente ed evolve in una misteriosa malattia a cui i medici non sanno dare un nome. Ivan Il’ič si trova ben presto di fronte ad un male incurabile.
L’unico conforto gli viene dal servo Gerasim, un ragazzo di origini contadine, che non ha paura della morte e gli mostra compassione. Ivan inizia a fare un bilancio della sua vita e avverte sempre più distintamente di aver condotto una vita artificiale, dominata dall’interesse e da valori borghesi convenzionali. Verso la fine lo pervade una “strana forza” e non prova più odio per la moglie e il figlio. Nella morte trova la spiegazione dell’enigma della vita.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/La_morte_di_Ivan_Il’ič
La Sonata a Kreutzer è uno dei romanzi brevi dello scrittore russo, pubblicato nel 1889. È un racconto per certi aspetti “dostoevskiano”, per uno sforzo costante di identificazione e di esaltazione dei moti più intimi dell’animo umano, i quali si riflettono poi inevitabilmente nelle azioni commesse.
TRAMA
L’intera vicenda ha luogo durante un viaggio in treno. La voce narrante è quella di un uomo che rimarrà per tutto il romanzo uno sconosciuto, tanto per il lettore quanto per lo stesso Vasja Pozdnyšev, al quale non dirà mai il proprio nome. Quest’uomo registra una conversazione tra alcune persone, le quali dissertano animatamente a proposito dei principi fondanti dell’amore, e della sua stessa definizione. In particolare, emergono le posizioni nettamente contrapposte di una signora, che difende l’amore «fondato sulla comunanza d’ideali o sull’affinità spirituale», e quella di un uomo «dai capelli grigi, dall’aria solitaria e dagli occhi scintillanti», che è poi Pozdnyšev. Costui in seguito si ritrova nello scompartimento da solo con lo sconosciuto narratore, al quale inizia a raccontare la sua storia.
Oltre a rievocare gli anni dell’unione coniugale, con i suoi rituali, i suoi gesti, le sue convenzioni e le sue ipocrisie, Pozdnyšev confessa il proprio terribile segreto. Dopo aver presentato alla moglie un musicista, egli inizia a sospettare una relazione tra i due. In particolare, una sera, mentre i due eseguono l’uno al violino, l’altra al pianoforte la Sonata a Kreutzer di Ludwig Van Beethoven, l’uomo avverte l’intero peso dei propri dubbi. Tuttavia, convinto che il musicista stia per partire ed uscire per sempre dalla sua vita, Pozdnyšev si assenta di casa alcuni giorni per curare i propri affari in provincia. Una lettera della moglie, ricevuta due giorni dopo la partenza, riaccende la gelosia dell’uomo: il violinista non è partito e le ha già fatto visita. Pozdnyšev ritorna precipitosamente a casa, dove arriva in piena notte. Trovandola a tavola con il musicista, in preda alla rabbia, l’uomo pugnala la moglie.
Pozdnyšev si rende conto della gravità del misfatto soltanto alcuni giorni dopo, quando viene condotto presso il tumulo della moglie. Al termine del proprio racconto, congedandosi, il disperato uxoricida implora il perdono del proprio compagno di viaggio.
Il dubbio sull’effettivo tradimento della moglie non è svelato da Tolstoj: se la donna avesse davvero voluto tradire il marito, perché avvertirlo della presenza del musicista, quando le era ben nota la gelosia di Pozdnyšev per quest’uomo? Sembra altrettanto inverosimile che la moglie voglia davvero consumare un rapporto extraconiugale sotto gli occhi dei figli, della balia e della servitù, senza la minima precauzione. Allo stesso tempo la visita ad una donna sposata in piena notte nella Russia di fine Ottocento, così come l’evidente intesa tra lei ed il musicista, forte di un’educazione libertina nei salotti parigini, non possono non generare il sospetto sulla natura del loro rapporto.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Sonata_a_Kreutzer_(romanzo)
Dall’incipit del libro:
La morte di Ivan Ilijc è scritta nel 1886. La sonata a Kreutzer nel 1890. Sono lontani i tempi di Guerra e Pace e anche di Anna Karenina, e la mente di Leone Tolstoi è già tutta pervasa da quello spirito religioso e morale che negli ultimi anni della sua vita lo condusse a riprovare i capolavori usciti dalla sua penna e a condannare l’arte in nome della religione e della morale. Ma suo malgrado l’artista permane in lui. Egli non può pensare un personaggio, non può scrutare uno stato d’animo senza che la sua visione interiore passi a traverso il prisma smagliante della sua arte. Più Leone Tolstoi va innanzi nella vita, più s’inoltra nel cammino della gloria, e più l’idea della morte l’ossessiona, lo opprime e nello stesso tempo, direi, quasi l’affascina, lo solleva oltre le contingenze dell’oggi. Nella morte egli vede la spiegazione dell’enigma della vita.
Quest’idea della morte lo ha sempre preoccupato, anche nella gioventù, anche nell’adolescenza. Ma via via s’è ingigantita nella sua mente, ha acquistato un senso sempre più profondo. Sente che la vita deve essere una preparazione alla morte. La morte è il principio della Luce, è la comprensione suprema, è l’anello che congiunge il Finito all’Infinito, il Tempo all’Eternità.
Nella novella Tre morti, Leone Tolstoi tratta la morte umanamente, come un fatto naturale che accomuna la gran signora, l’umile postiglione e l’albero che cade sotto ai colpi della scure.
Ascolta: La morte di Ivan Ilijc – La sonata a Kreutzer di Lev Nikolàevič Tolstoj (è disponibile anche la versione ebook).