(voce di SopraPensiero)

Il Mediterraneo è sempre stato testimone di grandi fermenti culturali e commerciali. Anche quando le differenze religiose rendevano più aspri i contrasti, i popoli hanno sempre trovato il modo di convivere rispettosamente e più o meno pacificamente. Poi, qualcosa è cambiato. Nell’Ottocento, con la nascita delle nazioni, è nata l’esigenza pressante di costruirsi un’identità nazionale: in questo processo le religioni sono state un fattore determinante; qualche volta discriminante. Ma basta questo per parlare di scontro di civiltà? O per dire che certe culture sono irreparabilmente incompatibili? Cosa si prospetta all’orizzonte: nuove possibilità d’intesa fondate sul dialogo, o nuove cruente guerre di religione?
Andrea Riccardi, docente emerito di Storia Contemporanea presso le Università di Bari e di Roma, si interroga sull’evoluzione del rapporto tra cristianesimo e islam nel Mediterraneo, soprattutto in seguito alla primavera araba. La convinzione che anima il suo studio – basato su una bibliografia solidissima e offerto dall’editore Guerini in una bella edizione rilegata a filo – è che il primo errore da non commettere mai, men che meno in questo caso, è quello di generalizzare, trattando l’«islam» e il «cristianesimo» come se fossero entità monolitiche, mentre si tratta al contrario di realtà frammentate ed eterogenee, in cui ogni singola nazione considerata risente delle piccole e grandi differenze geopolitiche che le sono proprie. Bisogna riuscire a guardare alla relazione tra cristianesimo e islam con la fiducia meritata dalle tante esperienze positive del passato e del presente: per i cristiani l’esperienza della convivenza con l’islam non è solo quella di un moderno martirio, ma anche quella di una tolleranza e di un riconoscimento reciproco – è recente ad esempio la notizia dell’apertura di una mosche aperta a tutti – che autorizza grandi speranze. Vivere insieme agli altri, nonostante le tante difficoltà, incomprensioni, tensioni, è possibile. Lo è stato tante volte e può esserlo ancora.


A. Riccardi, Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto, ed. Guerini, 2014, pp. XI-242, euro 20.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.