Man and Wife fu pubblicato per la prima volta nel 1870 a Londra (su “Cassell’s Magazine”) e a New York (su “Harper’s Weekly”) e nello stesso anno in volume; fu dedicato a Frederick e Nina Lehmann con i quali Collins rimase per quasi l’intero periodo di scrittura del romanzo. I coniugi amici dell’autore compaiono – con cognome simile per assonanza e con le loro abilità musicali al violino e al pianoforte – tramite i personaggi di Julius Delamyn e sua moglie.
Spesso citato come il primo romanzo di Collins nel quale vengono affrontate questioni sociali – che in realtà già erano state adombrate in No name – Man and Wife, cronologicamente il nono romanzo dell’autore, attacca le leggi sul matrimonio sia irlandesi che scozzesi, oltre a sostenere la necessità di una legge per tutelare la proprietà della donna sposata. Il romanzo si esprime anche in maniera estremamente critica a proposito del culto dell’atletismo, in quanto porterebbe alla corruzione morale e fisica; questo tema è infatti personificato nel personaggio negativo del romanzo Geoffrey Delamyn.
Nonostante le motivazioni sociali che sono sottese alla trama e che talvolta sembrano appesantirla, lo svolgimento della vicenda che si dipana attraverso due generazioni non cessa un attimo di tenere accesa l’attenzione di chi legge. La coppia sposata che nel prologo mette le premesse della vicenda si vede annullare il matrimonio a causa delle convenzioni religiose irlandesi. La sfortunata figlia di questa prima coppia si trova invece sposata a causa delle norme scozzesi, per le quali qualsiasi coppia che avesse legalmente diritto a sposarsi e che affermasse di essere sposata, davanti a testimoni o per iscritto, era considerata, all’epoca, in Scozia legalmente sposata. Queste vicende sono viste da Collins sempre sottolineando la posizione subalterna della donna per la quale l’interpretazione di queste norme e leggi risulta sempre penalizzante.
Nel prologo Blanche vede annullare il proprio matrimonio dagli intrighi di un ambizioso e insensibile marito per mezzo di un cavillo trovato tra le pieghe delle regole sul matrimonio irlandese. Anne è la sua grande amica e si prende cura della figlioletta di Blanche alla morte di questa. Anni dopo ritroviamo le figlie delle due protagoniste del prologo, ognuna delle quali ha dato alla figlia il nome dell’amica. Entrambe ormai orfane si trovano nella casa di Lady Lundie, matrigna di Blanche. Gli altri personaggi principali sono Sir Patrick, zio di Blanche e suo tutore legale, Arnold, che sarà presto marito di Blanche, e Geoffrey, rampollo diseredato di nobile famiglia dedito allo sport e all’atletismo ma con poco cervello e altrettanta poca dignità. Quest’ultimo aveva sedotto Anne che per questa ragione vorrebbe essere da lui sposata. Organizzano una sorta di matrimonio segreto che sarebbe risultato valido ai sensi della legge scozzese sul matrimonio. Ma all’appuntamento cruciale Geoffrey manda invece Arnold facendolo però portatore di una lettera nella quale riafferma che intende sposare Anne. Arnold si ritrova però a sua insaputa praticamente sposato con Anne. Celebra tuttavia, poco tempo dopo, il matrimonio d’amore con tutti i riti previsti con Blanche. A questo punto una buona parte del romanzo si incentra sulla necessità di Anne, Geoffrey, Arnold e Blanche di chiarire il proprio stato civile; in qualunque modo la questione si possa dipanare sono inevitabili conseguenze negative per tutti, ma soprattutto per Anne, la quale infine si assoggetta al sacrificio di essere “moglie” di Geoffrey, grazie al recupero della lettera con la quale Geoffrey confermava la sua intenzione di sposarla. Lettera che era stata nel frattempo trafugata generando intrighi e ricatti e che Sir Patrick, una volta presa a cuore la vicenda di Anne e della nipote Blanche, recupera, grazie a iniziative di Anne stessa, ed esibisce come prova della validità del matrimonio tra Geoffrey ed Anne nel momento cruciale della vicenda. Anne è quindi moglie di Geoffrey, ma a questo punto entrambi ne sono profondamente insoddisfatti. Anne perché si è ormai accorta della pericolosa infingardaggine del muscoloso seduttore, e Geoffrey perché vede sfumare la possibilità di essere reintegrato nel testamento paterno sposando una ricca vedova.
Nelle pieghe di questa trama principale si innesta la vicenda dell’atleta Geoffrey; nel corso degli allenamenti sostenuti per affrontare una gara di corsa che lo vedeva rappresentare i colori dell’Inghilterra del Nord, il suo allenatore si rende conto che Geoffrey soffre di un disturbo che potrebbe essere causa di un ictus. Durante la corsa questo disturbo si palesa con più evidenza e causa, oltre che la sconfitta, un avvicinarsi in maniera allarmante alle conseguenze più drammatiche. Salvato in extremis Geoffrey viene tuttavia abbandonato dalla sua cerchia di amici e sostenitori che su di lui avevano scommesso somme importanti. La traduzione italiana del romanzo, che è purtroppo troncata all’ultimo capitolo escludendo invece l’Epilogo, si conclude con la tumultuosa e drammatica scena in cui si salva la vita di Anne.
Dalla sconfitta di Geoffrey nella gara di corsa in poi il romanzo assume i connotati di un vero thriller, ed è condotto da Collins con la consueta maestria. La parte riservata alla cuoca Hester Dethridge ha il culmine con la sua “Confessione” che assurge alla dignità di racconto autonomo e che già è stata presentato in questo progetto Manuzio con il titolo Il manoscritto. Nel finale Hester, che era apparsa come personaggio marginale fino a quel momento, assume invece i panni drammatici, e contemporaneamente sinistri e inquietanti, della protagonista, soprattutto dopo che Geoffrey si è impossessato della sua già menzionata “Confessione”. Come già detto però la traduttrice Claudia Casoretti – impegnata nelle sue attività nelle rivendicazioni di un diverso ruolo sociale della donna non più subalterno – esclude da questa sua traduzione l’epilogo, dopo aver rinunciato anche alla prefazione che è incentrata soprattutto sulla spiegazione delle norme sul matrimonio scozzesi e irlandesi; l’epilogo darebbe senza dubbio una valenza parzialmente diversa al romanzo accontentando quella parte di pubblico che si attende in ogni caso un idilliaco lieto fine. Un’ottima traduzione moderna e integrale è quella di Alessandra Tubertini, pubblicata nel 2004 dall’editore Fazi.
Nella prefazione dell’autore, esclusa da questa traduzione italiana, Collins chiarisce con vigore le tesi che intende propugnare:
«Che le leggi sul matrimonio attualmente in vigore nel Regno Unito siano a dir poco scandalose è un fatto assodato. Il rapporto della Regia Commissione incaricata di esaminare il loro funzionamento ha fornito le solide basi su cui ho costruito il libro. […] Devo solo aggiungere che, mentre scrivo queste righe, il parlamento si sta attivando per rimediare ai crudeli abusi che sono qui esposti nella storia di Hester Dethridge. Si prospetta finalmente la possibilità di stabilire legalmente il diritto di una donna sposata a disporre del proprio patrimonio e ad essere padrona dei propri guadagni. Oltre a questo, il potere legislativo non ha fatto altri tentativi, che io sappia, per emendare le degenerazioni esistenti nelle leggi sul matrimonio in Gran Bretagna e Irlanda. […]
Riguardo all’altra questione sociale che ha trovato spazio in queste pagine, quella dell’influenza dell’attuale infatuazione collettiva per l’uso dei muscoli sulla salute fisica e morale della nuova generazione di inglesi, non mi nascondo di camminare su un terreno delicato e che certe persone si risentiranno per ciò che ho scritto al riguardo.
[…] sostengo comunque di essermi basato su fatti concreti e verificabili. È un fatto che le opinioni espresse in questo libro sulle conseguenze della nostra recente mania per il potenziamento muscolare sono le stesse dei medici in generale, […] Quest’ultima espressione della “eccentricità britannica” ha già mietuto le sue vittime, vittime le cui vite sono distrutte per sempre.
Quanto alle conseguenze in ambito morale, posso sbagliarmi o meno nel vedere una connessione tra lo sfrenato sviluppo delle attività fisiche e il diffondersi di una certa rozzezza e brutalità in alcune classi della popolazione inglese. Ma si può forse negare che questa rozzezza e questa brutalità esistano? E che abbiano assunto proporzioni straordinarie negli ultimi anni? La violenza e l’ingiuria sono divenute per noi così vergognosamente familiari che le consideriamo un ingrediente necessario nel nostro sistema sociale, e riconosciamo ai nostri selvaggi di essere una parte rappresentativa della popolazione classificandoli con il nome, appositamente coniato, di “Roughs”, teppisti. […] Il teppista con la pelle ripulita e la giacca buona è facilmente rintracciabile in ogni grado della società inglese, nel ceto medio come nell’alto. Solo per fare qualche esempio. La classe medica, non molto tempo fa, di ritorno dopo una serata fuori, si è divertita a danneggiare abitazioni, a spegnere i lampioni e terrorizzare gli onesti abitanti di un sobborgo londinese. La classe militare, sempre non molto tempo fa, ha commesso (in certi reggimenti) atrocità tali da rendere necessario l’intervento delle guardie a cavallo. La classe mercantile, solo pochi giorni fa, ha aggredito e spintonato fuori dalla Borsa un eminente banchiere straniero, che era stato accompagnato a visitare il posto da uno dei membri più anziani e rispettabili. La classe universitaria (a Oxford) ha fischiato il prorettore, i presidi di facoltà e gli ospiti alla Commemorazione del 1869 e successivamente ha fatto irruzione nella biblioteca del Christchurch bruciando i busti e le sculture conservati all’interno. Che questi episodi di violenza siano accaduti è un fatto. Come è un fatto che le persone in essi coinvolte hanno una larga rappresentanza tra i patrocinatori, e a volte tra gli eroi, delle attività sportive.»
L’equazione di Collins è probabilmente abbastanza azzardata e oggi priva di dati concreti a sostegno. Il diffondersi dell’agonismo sportivo, prima individuale poi negli sport di squadra, può essere visto, con una certa ragion veduta, evolversi al fianco di alcuni eccessi che hanno caratterizzato l’emergere della competitività come valore assoluto nell’ambito della rivoluzione industriale. Ma si potrebbe discutere, con argomentazioni non banali, come queste competizioni sportive abbiano il ruolo opposto a quello visto da Collins, ossia quello di indirizzare aggressività e competitività su binari socialmente più accettabili e improntati a lealtà e onesto rigore. Purtroppo le deviazioni e brutture sono sempre in agguato e Collins è bravissimo a metterci in guardia rispetto a questi aspetti potenzialmente negativi.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
In una bella mattinata d’estate del 1831 due fanciulle piangevano amaramente nella cabina di un bastimento, che era sul punto di lasciar Gravesend per Bombay.
Esse erano della stessa età, 18 anni, e si amavano teneramente sin dall’infanzia. Il nome dell’una era Bianca, l’altra si chiamava Anna; ambedue figlie di poveri parenti, erano state allieve maestre alla medesima scuola ed erano ambedue destinate a guadagnarsi il loro pane. Personalmente e socialmente parlando, questi erano i soli punti di rassomiglianza esistenti fra esse.
Bianca era passabilmente bellina e passabilmente intelligente; Anna era dotata di rara bellezza e di non meno rara intelligenza. I parenti della prima, onesti e buoni, volevano, a costo di qualunque sagrificio, il benessere della figlia; quelli di Anna, senza cuore e pravi, non aveano altra speranza che di
Scarica gratis: Marito e moglie di Wilkie Collins.