Il timbro e la penna. La «nazione» degli impiegati postali nella prima metà del Novecento, Guerini e Associati, Milano 2008, p. 355, euro 28,00.
Questo libro ricostruisce la quotidianità professionale degli impiegati delle Poste nonché alcuni aspetti delle loro vicende private. L’autore ha utilizzato i fascicoli del personale delle vecchie direzioni provinciali di Venezia e Torino per cogliere la “sostanza antropologica” del travet delle Poste, e il suo rapporto con il contesto sociale e politico. Ne emerge una storia della burocrazia italiana e delle decine di dipendenti postali che si affannano ogni giorno in mezzo ad apparati telegrafici, timbri, regolamenti, disposizioni di servizio e rigide prassi lavorative, rinchiusi tra le pareti vetuste degli uffici. È uno spaccato significativo delle vicende di una parte dell’Italia giolittiana, travolta di lì a poco dal regime fascista conservando la certezza che l’immutabilità del meccanismo burocratico avrebbe messo in salvo anche le speranze e le attese di riscatto del popolo di minuti borghesi.
Mario Coglitore lavora a Venezia presso l’Archivio storico di Poste italiane. Dottore di ricerca in Storia sociale europea,è tra i collaboratori dell’opera Le Poste in Italia (direttore V. Castronovo, 2004-2008). Attualmente si sta occupando di storia delle relazioni internazionali, con particolare riguardo alle organizzazioni delle comunicazioni postali e telegrafiche.
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