Quando i cittadini italiani pagano le tasse, mettono la propria firma in due riquadri. Uno serve a destinare il 5 per mille delle proprie tasse alle associazioni di volontariato, agli istituti di ricerca, ecc.; l’altro serve a destinare l’8 per mille ad alcune confessioni religiose (Chiesa Cattolica, Comunità ebraiche, ecc.) o allo Stato, affinché lo utilizzi in quattro settori: fame nel mondo, calamità naturali, rifugiati, beni culturali.
Almeno, questo è quello che credevamo. Leggiamo infatti sui quotidiani (ad es. sul Corriere della Sera dell’11 novembre 2006, pagina 10) che – stando a una denuncia della presidente del FAI, Giulia Crespi – nel 2005 il Governo Berlusconi ha “sottratto” alcune decine di milioni di euro ai fondi raccolti con l’8 per mille.
La notizia non sarebbe nemmeno nuova, poiché risulta che Enrico Letta nell’agosto del 2005 l’avesse già diffusa. Purtroppo, in politichese: “i fondi [dell’8 per mille] usati per altri scopi”, con il risultato che solo un quotidiano l’aveva riportata in un trafiletto.
Ora la stampa sta dedicando più spazio alla notizia, ponendo l’accento sull’uso controverso dei fondi: non restauro d’opere d’arte, ma missioni militari. A me personalmente l’aspetto folkloristico pare poco rilevante. E’ di gran lunga più grave la perdita di fiducia che la scelta del Governo Berlusconi comporterà. E’ grave che i nostri rappresentanti, coloro ai quali affidiamo la gestione delle nostre risorse, tradiscano un mandato diretto, inequivocabile e messo per iscritto da ciascun contribuente.
Sia chiaro: è nelle prerogative di chi viene democraticamente eletto disegnare leggi finanziarie, sostenere o meno missioni militari e quant’altro sancito dalla Costituzione. Ma non deve essere assolutamente tollerato che venga ignorato quanto i cittadini italiani decidono con la propria firma sulla dichiarazione dei redditi – ribadisco: in modo inequivocabile. Se questo “altro scopo” è una missione militare discussa e discutibile, o invece una nobilissima causa, non è importante. Tradire un mandato diretto e chiaro mina la fiducia che i cittadini devono avere nei propri rappresentanti.
Mi sembra un sentiero pericoloso quello che è stato intrapreso. Mi auguro che l’attuale Governo voglia non solo rimediare, ma anche fare in modo che simili furti, perché non sono altro, non si possano più ripetere.