Pubblicato come libro illustrato nel 1875, e mai ristampato, questo libro per fanciulli si affianca alla abbondante produzione dell’Autrice dedicata all’educazione delle giovinette. Per la Vertua, le letture dei giovani devono tendere a formare una nuova generazione di italiani ed italiane, amante della virtù, religiosa, laboriosa e rispettosa delle autorità, che a loro volta non cessano di adoperarsi per il bene dei concittadini meno fortunati. Di qui una produzione letteraria ricca di protagoniste che si impegnano sempre con coscienza e virtù ed alla fine ricevono il premio dei loro sforzi.
In questo romanzo, dei due fanciulli nominati nel titolo, due fratelli contadini la cui mamma muore dopo poche pagine, la vera protagonista è la bimba Letizia, che viene posta da un misterioso benefattore in un collegio per signorine, mentre il fratello è accolto dal parroco. Letizia ha molti difetti, ma la buona direttrice e l’esempio delle compagne l’aiutano a correggersi ed a migliorare, in attesa di una svolta nella sua vita, che avviene con la scoperta della sua vera discendenza da una famiglia nobile. Nel frattempo anche Sandro ha trovato, grazie al suo talento, la possibilità di studiare la scultura, a cui desidera dedicare la vita. Nelle ultime pagine il romanzo ci mostra tutti i personaggi adulti, pronti a formare nuove famiglie, ed ancora uniti dai profondi sentimenti sviluppati durante l’infanzia.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Non hanno mica torto gli abitanti del villaggio di dare il nome di Paradisetto alla casuccia di mamma Teresa. Se la vedeste! fuori un buon miglio dell’abitato, posta fra la collina e il torrente, tutta cinta all’intorno da vecchi castagni, coll’orto ad un fianco, all’altro il cortile, l’è davvero un caro nido. Ma non crediate già che la sia quella una villetta, una casa signorile; chè?… di case signorili nel villaggio e ne’ suoi dintorni non ne v’ha manco una, se togliete il presbiterio che però ha solo sbiancata la parte di fronte, e gli altri lati tiene tuttavia rozzi e sgretolati come gli abituri. Paradisetto dunque è una casettina di povera gente, di contadini, una casettina con due sole stanze a terreno e due sotto il tetto, oltre la stalla ed il fienile. Ma ci si deve stare tanto bene, specie l’estate, fra l’ombra di quegli alberi rigogliosi, il ben coltivato declivio della collina ed il torrente il quale spande frescura all’intorno, tanto bene, che certo i suoi abitanti non invidieranno al palazzo del ricco. I passeggieri che dalla strada maestra scorgono quella casetta giù in fondo al di là della lunga distesa della campagna fra i rami delle piante e il verde sfondo della collina, non possono a meno di guardarla con compiacenza e desiderarla: ne ho uditi alcuni, che passavano la prima volta da quelle parti, esclamare additandola ai compagni di viaggio: «Vedete che Paradisetto!»
Scarica gratis: Letizia e Sandro di Anna Vertua Gentile.