di
Le mille e una notte
Novelle arabe

Storia del mercante cristiano

tempo di lettura: 3 minuti


— Sire, prima d’impegnarmi pel racconto in questione, vi dirò essere io uno straniero nato in Cairo d’Egitto. Mio padre era sensale ed aveva acquistato ricchezze considerevoli. Io seguii il suo esempio, ed abbracciai la sua professione. Ritrovandomi un giorno al Cairo, un giovane mercante, montato sopra un asino, si fermò. Mi salutò, ed aprendo un fazzoletto, in cui teneva una mostra di legumi:

— Quanto vale – mi disse – la gran misura di legumi di questa qualità?

Esaminati i legumi mostratimi, risposi che valevano cento dramme di argento la grande misura.

— Vedete – mi disse – se vi son mercanti che a questo prezzo ne vogliono, e venite fino alla porta Vittoria, ove vedrete un Khan separato da ogni altra fabbricazione; colà vi aspetto.

Nel dir queste parole, egli partì, e lasciommi la mostra dei legumi, che feci vedere a molti mercanti della piazza, i quali tutti mi dissero di pigliarne quanti loro vorrei darne a cento dieci dramme la misura.

Lusingato di questo profitto andai alla porta della Vittoria ove il giovine mercante aspettavami.

Egli mi condusse nel suo magazzino pieno di legumi. Ve ne erano centocinquanta grandi misure, le quali feci caricare sopra molti asini.

— Della somma ricavata – mi disse il giovane – vi sono cinquecento dramme per voi. Quello che a me spetta vi prego ritirarlo e tenerlo finché non venga a chiedervelo.

Passai un mese senza rivederlo, sul finire del qual tempo lo vidi comparire.

— Ove sono – egli mi disse – le quattromilacinquecento dramme che mi dovete?

— Sono pronte – gli risposi – ed ora ve le conterò.

— Ciò non mi preme – mi rispose con aria allegra e contenta – so che sta in buone mani, verrò a pigliarlo quando avrò speso quanto tengo. Addio, aspettatemi verso la fine della settimana.

Ciò detto diede un colpo di staffile al suo asino, ed in breve lo perdetti di vista.

— Bene – dissi fra me – Voglio trafficare il suo contante, e sarà questo per me un buon guadagno.

Passò un anno senza vedere il giovine mercante.

Alla fine dell’anno egli comparve riccamente vestito come l’ultima volta, ma parvemi avere qualche cosa che gli turbasse l’animo.

Lo supplicai di farmi l’onore di entrare in casa mia.

— Lo farò volentieri questa volta – mi rispose.

Egli pose piede a terra, ed entrò nella mia casa.

Quando il pranzo fu pronto ci ponemmo a tavola.

Dal primo boccone osservai mangiar egli colla mano sinistra.

Dopo il banchetto, quando le mie genti ebbero levato la tavola e si furono ritirate, ci ponemmo a sedere entrambi sopra un sofà.

Presentai al giovine un eccellente piatto di confetti, per raddolcire la bocca ed egli ancora ne pigliò con la mano sinistra.

— Signore – gli dissi allora – vi supplico di perdonare la libertà che mi prendo domandandovi perché non vi servite della mano destra?

Proruppe egli in un grande sospiro invece di rispondermi, e cavando fuori il braccio destro fino allora tenuto nascosto sotto la veste, mi mostrò avere la mano tagliata.

— Si può chiedervi – ripigliai – di quale disgrazia l’avete perduta?

A questa richiesta mi raccontò la sua storia.

Continua…


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TITOLO: Storia del mercante cristiano

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet:
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TRATTO DA: Le mille e una notte : novelle arabe. - Milano : Bietti, [1934]. - 541 p. : ill. ; 19 cm.

SOGGETTO:
FICTION PER RAGAZZI / Fantasy e Magia
FICTION PER RAGAZZI / Leggende, Miti, Fiabe / Generale