Questo romanzo, scritto da Dumas in collaborazione con Gaspard de Cherville, fu pubblicato nel 1858. Uscì in prima traduzione italiana nello stesso anno; quella qui digitalizzata invece apparve a puntate tra il 1869 e il 1870, sul «Nuovo Romanziere Illustrato»; non ne conosciamo il nome del traduttore. Le illustrazioni inserite in questa edizione digitale provengono in minor parte dalla edizione del 1858, ed in maggior parte da quella del 1869-70, di entrambe non ci sono conosciuti gli autori.
La storia narrata nel romanzo si svolge in Vandea negli anni 1831-32, durante la cosiddetta “quinta guerra di Vandea”, e come sempre nei suoi romanzi storici, Dumas mescola vicende storiche e personaggi realmente esistiti con personaggi e vicende di fantasia; fra questi ultimi vi sono le due figlie del Marchese di Souday, dette “le Lupe”, entrambe innamorate del barone Michel de la Logerie, entrambe decise a sostenere il partito dei “bianchi” con lo stesso ardimento del padre.
Senza voler diminuire l’interesse dei lettori per l’intrigo del romanzo, che attinge abbondantemente alla storia francese, riassumiamo brevemente ciò che la storia ci ha consegnato su questo periodo e sui suoi protagonisti.
Le vicende narrate nel romanzo originano dall’abdicazione del re Carlo X, che nel luglio 1830 si esiliò in Scozia; egli sembrò voler sostenere i diritti al trono francese del nipote, Enrico V Duca di Bordeaux, ancora minorenne, contro la “monarchia di luglio” di Luigi Filippo, sostenuto dai cosiddetti bleus. La madre di Enrico, la Duchessa di Berry Maria Carolina di Borbone, che è anche una delle principali protagoniste del romanzo, si fece carico di radunare un sostegno “legittimista” o bianco a favore del figlio. Percorse quindi l’Italia nel 1831, cercando appoggio nelle varie famiglie regnanti, senza ottenerlo; nella primavera del 1832 sbarcò in Provenza sperando in una sollevazione popolare di Marsiglia, che fallì (28-29 aprile 1832). Venne quindi in Vandea (16 maggio), nascondendosi in diversi castelli e fattorie, tra Nantes e Légé che sono i luoghi in cui si svolge l’azione del romanzo.
Ma tra il 23 maggio e il 9 giugno, il tentativo di rivolta dell’Ovest della Francia fallì, soprattutto per mancanza di coordinamento tra i legittimisti e poco sostegno popolare, oltre che per le operazioni militari organizzate dal generale Dermoncourt. I combattimenti di Chêne e della Penissière, in cui combattono i personaggi del romanzo, si svolsero in questi giorni, e in seguito la duchessa di Berry, rifugiatasi a Nantes travestita da contadina, venne arrestata (novembre 1832), grazie a un traditore nel suo entourage.
Il romanzo, in questo contesto, innesta personaggi femminili “forti” nella loro diversa personalità, la duchessa di Berry e le due “lupe” Maria e Berta; al loro fianco, i nobili non brillano per personalità ed ardimento (sognatore il marchese di Souday, debole e impacciato il barone Michel), mentre più degne di ammirazione sono le figure del popolo, soprattutto Giovanni Oullier e Maddalena Picaut, cui Dumas mette in bocca parole di odio per la guerra e compassione per il nemico, che colpiscono nella loro sincerità la Duchessa. Il cattivo di turno è l’infido Courtin, mentre il nemico Dermoncourt si distingue per la sua lealtà; una folla di personaggi minori popola le pagine del romanzo e rende godibile, come sempre, questa pagina di storia francese.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Se mai, caro lettore, ti avvenne di andare da Nantes a Bourgneuf, hai dovuto, come giungesti a San Filiberto, scantonare, per dir così, l’angolo meridionale del lago di Grand-Lieu, e, proseguendo il tuo cammino, dopo una o due ore di strada secondo che avrai viaggiato a piedi o in vettura, devi esser giunto ai primi alberi della foresta di Machecoul.
Ivi, a sinistra della strada, in un grande gruppo di alberi che paiono far parte della foresta, da cui sono soltanto divisi dallo stradone, hai dovuto vedere le punte aguzze di due esili torrette e il tetto bigiccio di un piccolo castello colà smarrito tra il fogliame.
Le mura screpolate di quel castelluccio, le sue finestre sdruscite, il suo tetto arrossato dalle iridi selvatiche e dai muschi parasiti, fanno sì che, ad onta delle sue pretensioni feudali e delle due torri che lo fiancheggiano, esso presentasi sotto un aspetto così meschino che senza dubbio non ecciterebbe l’invidia di alcun passeggiero, se non vi fosse l’allettamento di una deliziosa situazione in faccia dei fusti secolari della foresta di Machecoul, la cui ondeggiante verzura sale all’orizzonte quanto lontano può l’occhio spaziare.
Nell’anno 1831 quel piccolo castello era la proprietà di un vecchio gentiluomo, per nome il marchese di Souday, ed era chiamato il castello di Souday, dal nome del suo proprietario.
Scarica gratis: Le lupe di Machecoul di Alexandre Dumas.