Dall’incipit della tesi:
La pubblicità televisiva può costituire terreno di ricerca per l’Antropologia Visuale ? Non c’è risposta a questa domanda, perché il quesito è scorretto, e privo di un elemento fondamentale. Il rapporto tra Antropologia Visuale e pubblicità televisiva non è del genere disciplina scientifica / soggetto di studio, bensì del tipo disciplina scientifica / strumento di studio. È vero che questa tesi di laurea è sulla pubblicità televisiva – come risponderei a chiunque mi chiedesse di cosa si occupa questo scritto – ma il vero centro di interesse del mio lavoro non è il filmato promozionale, è l’uomo. È proprio questo l’elemento fondamentale che manca nella domanda posta poco sopra. Colui che non riuscisse ad evitare questo fraintendimento, sarebbe portato a pensare di trovarsi di fronte un pubblicitario, piuttosto che uno studente di antropologia visuale, e questo inficerebbe – in maniera irrimediabile – la possibilità di comprendere il percorso che si è tentato di seguire con questo elaborato. L’uomo è quindi l’oggetto di studio di questa tesi ; l’Antropologia Visuale il paradigma ; la pubblicità televisiva lo strumento analitico. È questo il rapporto gerarchico che, secondo me, lega i tre elementi.
Allora la domanda corretta da porsi è la seguente : la pubblicità televisiva può costituire un strumento di ricerca idoneo, per l’Antropologia Visuale ? La risposta è senza dubbi, sì.
Se si decide di seguire fino in fondo questo approccio, allora non sembrerà strano ritenere simili, fenomeni visuali apparentemente molto lontani fra loro ;una pubblicità televisiva, un artefatto materiale di una cultura tradizionale come – ad esempio – un palo funerario o una scarificazione sull’epidermide, una pittura rupestre preistorica, costituiranno tutti, allo stesso livello, “testi” possibili da studiare, per giungere alla comprensione dell’uomo, delle modalità di rappresentazione di sé, delle modalità di rappresentazione del rapporto che ha con l’ambiente in cui vive.
Relatore prof. Enrico Castelli, anno accademico 1997/98, Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Scienze Politiche, Istituto di Etnologia e Antropologia Culturale (presso la Facoltà di Lettere).