Pubblicato nel 1883, e poi edito nuovamente nel 1906, questo racconto è stato digitalizzato a partire dalla seconda edizione, dedicata dalla Vertua alla cugina Francesca.

I protagonisti sono cinque fratelli, rimasti orfani dopo la morte della mamma, che vivono nella casa paterna, accuditi da una fedele serva. La maggiore dei fratelli è Claudia, che ha studiato in collegio ed è ritornata a casa nel doloroso momento in cui la madre moriva: forse è quella che soffre più di tutti, più dei fratelli ancora piccoli. Ma ben presto si rende conto che c’è bisogno di lei, per seguire l’andamento della casa sia sul piano pratico, sia negli studi dei piccoli, per fare loro da seconda mamma e ricostruire un focolare famigliare. La generosità di Claudia e di tutta la famiglia si allarga presto a comprendere la famiglia vicina, dove alla morte del babbo, madre e due figli sono rimasti anch’essi soli, e senza possibilità economiche.

Da questo contesto casalingo parte una storia fatta di piccole grandi cose: nella vita di tutti i giorni, nella celebrazione delle ricorrenze, nel racconto delle fiabe ai piccini si snoda la vita della buona Claudia e della tribù a cui sovraintende.

L’autrice prima e dopo questa opera ha scritto altri libri per ragazzi, libri di fiabe e brevi commedie da recitare in famiglia: in questo racconto troviamo anche un pezzo teatrale, che, come i fratellini del racconto, anche i piccoli lettori potrebbero divertirsi a recitare in occasione di qualche festa in famiglia. E, come sempre nelle opere di questa scrittrice, l’immancabile lieto fine chiuderà la storia della buona sorella.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Poggiata al davanzale della finestra, Claudia guardava il giardino sottostante, la macchia dei pini, il prato contiguo al frutteto. Lo sguardo errava distratto senza fissarsi in nulla; ed anche il pensiero movevasi, ma senza volontà, come in una specie di sogno. Nella mente della giovinetta venivano ricordanze e passavano imagini; nel suo cuore nascevano sentimenti a seconda delle impressioni esterne e del vario mobilissimo gioco dell’associazione delle idee. Era un giorno sul finire d’ottobre; l’aria era serena e tiepida; lontano apparivano le alte vette con una prima spruzzaglia di neve; i prati della campagna, i filari dei platani sui bastioni ingiallivano. I tigli del giardino lasciavano cadere le foglie; ma erano tutti in fiore i tardi arruffati crisantemi, ultima bellezza delle aiuole. Nell’aria era diffuso un odore di foglie morte; le campane d’una chiesa lontana toccheggiavano lente; da tutte le cose veniva il senso di languida mestizia dell’autunno morente; e l’anima di Claudia immalinconiva.

Scarica gratis: La buona sorella di Anna Vertua Gentile.