Dall’incipit della tesi:

“Per ipertesto intendo semplicemente la scrittura non sequenziale”, con questa considerazione Theodor Holm Nelson iniziava la ricerca di un nuovo sistema per l’archiviazione delle informazioni. Prima di lui Vannevar Bush aveva tentato di costruire il Memex, una macchina capace di creare riferimenti e di passare istantaneamente da un documento all’altro. La macchina nei suoi intenti, doveva simulare il funzionamento della mente umana, la sua attenzione era rivolta infatti allo studio delle macchine analogiche capaci di riflettere i fenomeni reali a differenza delle digitali operanti con elementi discreti “non necessariamente correlati a ciò che rappresentano”. Un paio di decenni dopo, Nelson iniziò il progetto Xanadu, un software per collegare un network mondiale di computer, dove potevano venir immagazzinati testi di tutti i generi. Chiunque poteva leggere i testi, modificarli e immetterne una nuova versione, o addirittura caricarne di nuovi. Nessuno dei due progetti verrà mai realizzato, ma intanto la struttura sequenziale di organizzazione delle informazioni era posta in discussione. Leggendo un libro, potrei desiderare di passare ad un altro, prima ancora di averlo finito, seguendo la mia associazione mentale “provocata” dalla lettura di una frase. Come nello studio di una disciplina, potrò non condividere il percorso scelto dall’autore, ma cercarne uno mio, in grado di aprire nuove relazioni.
Iniziamo a definire le caratteristiche essenziali dell’ipertesto. Non avremo più il libro da leggere dalla prima all’ultima pagina, ma un numero indefinito di “blocchi di testo”, chiamati “nodi”, da collegare secondo le scelte del lettore. In questo senso la linearità viene messa in discussione e il lettore è libero di seguire un percorso determinato da sue spontanee associazioni di pensiero. La lettura dell’ipertesto non ha inizio e non ha fine, viene rideterminata di volta in volta. Se però intendiamo l’ipertesto sviluppato su qualsiasi supporto a capacità limitata, perderemo la sua caratteristica “di libro dalle infinite letture”. Qualsiasi supporto, per quanto capace, verrà limitato alla fine da confini ben precisi. In nostro aiuto arriva allora il concetto di rete telematica, nella sua accezione più compiuta: Internet. Una rete di molte migliaia di calcolatori sparsi in tutto il mondo in crescita continua, quotidiana. In questo caso la costante immissione di nuove informazioni, o come vengono usualmente definiti, di nuovi siti, ci avvicina molto al concetto compiuto di ipertesto. Le strade percorribili nell’esplorazione di questa ragnatela danno l’impressione di essere innumerevoli, un numero indefinito di unità d’informazione.

Relatore Prof. Franco Fileni, anno accademico 1995/96, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze Politiche.

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