Il Re pensieroso è una raccolta poetica pubblicata nel 1922 ma che fu scritta in gran parte qualche anno prima durante il periodo che l’autore trascorse nella “baracca dei poeti” – così chiamata perchè ospitava insieme a Betti altri scrittori come Gadda e Bonaventura Tecchi – come prigioniero di guerra in un campo presso Hannover.

Sono poesie eterogenee nelle quali si scorge chiaro l’intento di studio del poeta che sperimenta metriche differenti, dall’endecasillabo accentato sulla settima al novenario e altre differenti versificazioni, sempre però portatrici di modulazione e musicalità. Tra i versi liberi e di tipo “nuovo” Betti non sa rinunciare alla tradizione e persino all’uso della rima. Tra un adattamento alle moderne esigenze e una ricerca di modernizzazione degli approcci tradizionali l’autore dipana contenuti diversi: abbiamo un gruppo di poesie soffuse di note delicate, malinconiche sempre armonicamente aggraziate; in contrasto con queste ne troviamo altre cupe, quasi cruente, nelle quali tra la nebbia si percepisce corruccio e persino violenza. Quindi passiamo dal tono fiabesco della Fata Fiordiselva che seguiamo mentre

Ella se ne va per lo specchiante rio
Ed ha per gondola una foglia leggera.

A quello più cupo del fabbro che

Prende il martello con le mani nere….
E una canzone vorrebbe cantare
Per allegria!
Ma la canzone gliela canta il martello
E l’incudine canta il ritornello.

Preludio a scena ancor più nebbiosa e truce:

Ed ecco un palpito profondo
Per tutto il mondo si sveglia ed erra,
E pare una campana
Che rintocca sotto terra.
Nelle tenebre, a quei rintocchi
Gli addormentati aprono gli occhi….

Fino a tenebre ancora più fitte:

Gli addormentati aprono gli occhi….
Tutti negli occhi fissi
Ancora portano i sogni
E gli abissi….
E nel cuore ottenebrato
La dolce casa hanno scordato!
Ed hanno paura di singhiozzare….
E stanno muti ad ascoltare
Quel palpito disperato
Che s’è svegliato nella sepoltura
E fa tremare le porte e le mura.

Ci sono versi che perfettamente fotografano l’immagine e raffigurano con delicata esattezza la percezione che vuole essere descritta. Come i versi che danno inizio alla poesia d’apertura:

Quando il cielo ritorna sereno
Come l’occhio d’una bambina,
La primavera si sveglia. E cammina
Per le mormoranti foreste,
Sfiorando appena
Con la sua veste
Color del sole
I bei tappeti di borraccina.

La capacità di Betti è di far risuonare nell’animo di chi legge sia la musicalità della rugiada di primavera che il rimbombo delle finestre che vibrano al vento:

Chi batte alla finestra
Ed urla come un lupo nella foresta?
È il vento….
Ma il bambino dorme […]

È innegabile l’abilità di Betti di riportare chi legge all’atmosfera dei racconti delle fate e forse, questa sua capacità è tale perché della fiaba non tralascia l’aspetto di truce mistero, di inquietante pericolo. Sembra a tratti di trovarsi di fronte a rielaborazioni di filastrocche popolari – soprattutto toscane – ma è evidente la capacità di rendere in ogni caso il verso aggraziato. Anche quando il tema tende al macabro,

Questa sonata ti pare bizzarra?
È il demonio che tocca la chitarra.
Ognuno ride con la faccia smorta,
E il ballo del demonio se lo porta!

Il morto ascoltava quella musica matta….
E gli buttarono un bicchiere
Sulla maschera scarlatta….
Rideva, e gli colava il vino bianco
A stilla a stilla, come un pianto!
All’alba, con una ghirlanda sulla testa,
Hanno trovato un morto in una festa.

la lettura è scorrevole, forse per l’effetto lubrificante della rugiada di primavera che Betti ha sparso a piene mani fin dalla poesia d’apertura. E la capacità di attutire questi sbalzi è segno evidente della destrezza del poeta. Forse quindi anche quel disagio momentaneo, quella improvvisa vertigine è proprio il risultato che il poeta voleva raggiungere.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Quando il cielo ritorna sereno
Come l’occhio d’una bambina,
La primavera si sveglia. E cammina
Per le mormoranti foreste,
Sfiorando appena
Con la sua veste
Color del sole
I bei tappeti di borraccina.
Ogni filo d’erba reca un diadema,
Ogni stilla trema.

Scarica gratis: Il re pensieroso di Ugo Betti.