(voce di SopraPensiero)

Il capitalismo innesca dapprima un’espansione della produzione e del commercio, poi – quando questa raggiunge un suo primo limite critico (è il momento di una «crisi spia», nella quale il capitale, già in gran parte investito, si riduce e rallenta l’accumulazione; la conseguenza è che il capitale residuo tende a rimanere in forma liquida, cercando opportunità d’investimento finanziarie anziché produttive) – avvia un’espansione finanziaria che rilancia temporaneamente la prima, finché si giunge a un secondo e definitivo limite, stavolta insostenibile, che dà luogo a una «riorganizzazione» del sistema capitalistico globale («crisi»). Questo ciclicamente. Tali «cicli di accumulazione» vanno a braccetto con dei «cicli egemonici», nei quali, a turno, un Paese politicamente (e militarmente) dominante si impone sulla scena internazionale come garante degli investimenti e dei profitti, oltre che del funzionamento stesso dei mercati (dal XV secolo ad oggi siamo passati da un’egemonia genovese-iberica a quella olandese del XVII, seguite da quella britannica del XVIII e da quella statunitense del XX). La storia si ripete, e ciclicamente, insomma; ma non torna mai uguale a prima, per cui nessuno può ancora dire con certezza quando e dove avverrà la prossima crisi, anche se si intravede già lo spostarsi dell’ago della bilancia…
In uno studio denso e non banale da seguire, Giovanni Arrighi (studioso di Economia Politica e docente di Sociologia alla John Hopkins University di Baltimora scomparso nel 2009, i cui libro sono tradotti in oltre quindici lingue) presenta un’opera di interpretazione del capitalismo contemporaneo a cavallo tra la sociologia, la politica, l’economia e la filosofia (Marx e Gramsci sono fondamentali nella sua trattazione, basata su una bibliografia imponente), rigoroso e attento, che sarebbe d’interesse «per le masse» se l’intrinseca difficoltà della materia trattata non lo rendesse consigliabile a chi abbia un minimo di familiarità con l’argomento. Pubblicato originariamente in inglese, è proposto qui nella traduzione di Mauro Di Meglio con la Presentazione di Mario Pianta e un Poscritto dell’autore del 2009.


G. Arrighi, Il lungo XX secolo. Denaro, potere e le origini del nostro tempo, ed. Il Saggiatore, 2014.

Articolo precedenteLa scuola bocciata. Un libro Dissensi di Tommaso Travaglino
Articolo successivoLa cavalcata di Renzi. Le vignette di Vincino in un libro Cairo
Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.