Dall’incipit della tesi:

La convenzione di factoring ha sviluppato le sue caratteristiche più importanti nella pratica giuridico-commerciale dei paesi nordamericani, ma dagli anni sessanta si è lentamente affermata con adattamenti particolari, anche nella realtà economica europea, a seguito dell’aumento dei settori produttivi che a questo contratto fanno ricorso e della successiva nascita di numerosi operatori specializzati.
L’elasticità dello schema contrattuale, rende difficile la qualificazione del negozio giuridico e il suo inquadramento all’interno di uno degli istituti già esistenti, poichè nel factoring molte attività diverse tra loro (di gestione, finanziamento e assicurazione), si legano in varie possibili combinazioni, secondo le necessità degli operatori economici che lo utilizzano e degli strumenti giuridici presenti nei relativi ordinamenti, in cui il modello negoziale è stato utilizzato.
A causa delle controverse interpretazioni della legge n. 52/1991, molti autori giuridici hanno sostenuto che tuttora il factoring, non ha una vera e propria tipizzazione legale nel nostro ordinamento e che la ragione della sua operatività stà invece nell’art. 1322,2° comma c.c., che riconosce ai privati di poter perseguire interessi meritevoli di tutela, attraverso il ricorso a figure contrattuali non previste dalla legge.
L’effetto giuridico più appariscente del factoring è costituito dal trasferimento di una globalità di crediti, nell’ambito di un rapporto professionale e continuativo tra due imprenditori.

Relatore Chiar.mo Prof. Antonio Nuzzo, anno accademico 1999/2000, Libera Università degli Studi di Urbino, Facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in Diritto Commerciale.

RTF + ZIP
RTF + ZIP
365 KB