Charlotte Silver. Gonna bianca, scarpe da ginnastica e racchetta. Charlie, così la chiamano gli amici, è una brillante tennista che spera di riuscire a realizzare quello che è il suo più grande sogno, vincere uno Slam.
A un tratto però un incidente le causerà una frattura del tendine d’Achille: il sogno di Charlie è ormai in frantumi. È a questo punto che la ragazza capisce che se vuole realmente tornare in pista deve farsi seguire dal migliore, l’allenatore Todd Feltner. Todd non è però un allenatore qualsiasi: uomo tosto e maschilista, egli è convinto che Charlie debba cambiare radicalmente la sua immagine ed il suo modo di fare se vuole davvero farcela.
“Se lo facciamo, per prima cosa dobbiamo mollare le cretinate da ragazza sensibile.” […] “Secondo, abbiamo bisogno di un cambio di immagine. Ci liberiamo della ragazza con le trecce e la sostituiamo con la giocatrice tosta e pericolosa che tutte le altre temono e rispettano.”
Prepariamoci dunque a salutare la ragazza dal viso dolce e angelico, e diamo invece il benvenuto ad una Charlie molto più spietata ! ;)
Comincia infatti un capitolo del tutto nuovo della vita di Charlie: nuovi flirt, nuova divisa e nuove strategie di gioco. Tutto questo fino a quando la giovane tennista aprirà gli occhi e riuscirà a rendersi conto che non era quello il modo in cui lei voleva giocare, ma sopratutto che non era più quella la vita che voleva.
“Seguì un lampo di consapevolezza, quasi come se fino a quel momento Charlie non l’avesse capito: era finita e lei aveva perso. La delusione fu lancinante e fulminea e tuttavia lei riuscì a uscire dal Campo Centrale con le spalle dritte e la testa alta. Aveva giocato onestamente. Aveva giocato in maniera limpida. ”
Raccontato da una scrittrice che personalmente adoro (n.d.r Lauren Weisberger, autrice de “Il diavolo veste Prada” di cui è stato girato anche un film che ho visto e rivisto mille mila volte), “Il diavolo vince a Wimbledon” è un libro allegro e spensierato, un piacevole passatempo specie in questo periodo di caldo torrido che ci costringe a stare chiusi in casa a far nulla.