Dall’incipit della tesi:
«Così quando io sono andato ad Ostia dieci anni fa erano scavate due o tre case in tutto e sebbene fossero già notevoli le differenze con la domus pompeiana non si era pensato che su di esse si potesse studiare il tipo fino ad allora ignoto di una nuova casa latina. Gli scavatori avevano fornito degli eccellenti materiali di studio disseppellendo quelle abitazioni ma non avendoli essi stessi messi in valore nessuno si era curato di ristudiarli e rielaborarli per conto proprio. E’ bastato invece pubblicare, e così come io ho fatto, uno studio sulla casa ostiense perché esso desse luogo ad alcune dissertazioni anche straniere e perché il nuovo tipo di casa entrasse finalmente anche nei manuali antiquari come quello di Cagnat e Chapot. Per questo ho creduto non soltanto doveroso ma utile che a Ostia neppure un metro di terreno venisse esplorato senza renderne conto e ho avuto in ciò alleati concordi e il Vaglieri e il Paribeni dopo. Né bisogna trascurare, compiuta la illustrazione scientifica, anche la divulgazione, destinata ad un più largo pubblico che non quello delle riviste strettamente scientifiche.»
Con queste parole Guido Calza, nel 1922, commenta il suo lavoro spiegando l’importanza storica-archeologica della resurrezione di Ostia che influenzò e interessò non solo il mondo archeologico ma quello culturale, politico e sociale del tempo e che tuttora rimane di grande importanza anche se poco valorizzata.
Relatore Prof. Arch. Giorgio Muratore, correlatore Prof. Arch. Enrico Guidoni, anno accademico 1995/96, Università degli Studi di Roma “la Sapienza”, Facoltà di Architettura.