Dall’incipit della tesi:

La formazione di Anne, la più piccola delle sorelle Brontë, come scrittrice avvenne in un periodo coincidente con la nascita di una profonda problematica sociale sorta in epoca vittoriana, sul ruolo femminile nella famiglia.
Nell’ottocento infatti la donna poteva godere di una sua importante collocazione soltanto nell’ambito familiare: al suo interno veniva considerata come una regina, l’angelo del focolare (Angel in the House).
Questa concezione della donna era talmente ben inserita nel pensiero comune, da diventare spesso oggetto, trama, nei romanzi del tempo.
Gli scrittori proponevano appunto donne che incarnavano valori materni tipicamente femminili, in netto contrasto con le ormai consolidate caratteristiche maschili: quali l’aggressività e la competitività.
Da sempre, e quindi anche nel diciannovesimo secolo, nella narrativa e nella vita sociale era radicata la tendenza ad esaltare il ruolo fondamentale della donna nell’ambito familiare, (di fatto però segregata in casa), riuscendo spesso a farle apparire positiva una realtà che invece le imponeva molte rinunce e limitazioni.
La società non aveva nessun riguardo nei suoi confronti: non era protetta, e in modo particolare tutelata da eventuali soprusi o difficoltà.
La scrittrice Elisabeth Langland, in un suo lavoro: Anne Brontë. The Other One, ha messo in evidenza proprio questa situazione:
«Women had no legal status; they were non-persons under law. A woman stood in relationship to her husband as did her children, entirely dependent on his will, responsability, and generosity.
She could be abused physically and emotionally yet she was powerless to walk away.
She had no rights over her children…» .
Questa era purtroppo la cruda e dura realtà alla quale una donna coniugata aveva l’obbligo di sottostare: non aveva altre alternative.
Per le donne nubili, invece, soprattutto quelle educate secondo i canoni tradizionali, si presentavano delle possibilità, seppur strette e limitate, che offrivano alle giovani alcune chances per realizzare ed affermare la loro personalità, di diventare insomma «indipendenti» socialmente ed economicamente.

Relatore Prof.ssa Maria Del Sapio, correlatore Prof.ssa Paola Faini, anno accademico: 1997-98, Università degli Studi di Roma “III”, Facoltà di lettere e filosofia, tesi di Laurea in Lingue e letterature straniere.

RTF + ZIP
RTF + ZIP
533 KB