Dato che è possibile laurearsi in filosofia senza studiare nemmeno una donna è  agevole immaginare che i presupposti del nostro pensiero (del nostro far politica, del nostro vivere insieme) siano esclusivamente maschili il che non li rende né migliori né peggiori, solo monchi di una parte di mondo, carenti di un sentire e un ragionare che ho provato a ipotizzare, senza remora alcuna.

Se è una parte di mondo che manca tocca “fare i conti” con una costante sottrazione.

Abituati come siamo a voler sempre eliminare qualcuno facendolo “nemico”, non concedendogli cittadinanza ma emarginandolo in campi nomadi o profughi; crediamo di avere a che fare con un surplus, crediamo che la soluzione del problema sarà data dell’eliminazione dell’eccesso.

Invece viviamo dentro una carenza, dentro molte carenze. Carenze d’affetto, di comprensione, d’empatia, di perspicacia, d’intuito, d’istinto, di senso pratico…tutti ambiti che il patriarcato ha posizionato nella casella “femminile”, quindi privi d’importanza.

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Femminismo scientifico per principianti (file PDF)