Si racconta che il tema fosse nato casualmente al pianoforte nel 1898, dopo una lunga giornata di lezioni. La melodia catturò l’attenzione della moglie Caroline, che gli chiese di ripeterla: Elgar iniziò ad improvvisare variando la melodia in modo da raffigurare in musica i suoi amici, oppure seguendo lo stile musicale da loro usato. Le variazioni vennero poi riscritte per l’orchestra, e il 19 giugno 1899 messe in concerto per la prima volta, dirette dal maestro Hans Richter, alla St James’s Hall di Londra.
Il titolo successivamente dato all’opera si riferisce, in realtà, a due misteri distinti. Il primo era volto a determinare a chi fosse dedicata ogni variazione, sfruttando anche alcune note del compositore stesso in accompagnamento all’opera. Possiamo dire che il mistero è stato completamente risolto, a meno di grossolani errori. Il secondo enigma riguarda invece il tema musicale dell’opera: alla prima esecuzione, Elgar scrisse “L’enigma resterà un enigma” rivelando la presenza di un altro tema guida “più ampio e che percorre tutto il lavoro, senza essere mai suonato per intero: come in alcune pieces teatrali, il personaggio principale non è mai in scena”.
La composizione fu scritta per un’orchestra composta da: archi, 2 flauti (in alcune parti uno è sostituito dall’ottavino), 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, rullante, triangolo, grancassa, piatti, organo (ad lib).
L’opera consiste nel tema principale, seguito da 14 variazioni, che differiscono dal tema per melodia, armonia e ritmo; l’ultima variazione costituisce il gran finale. Sugli spartiti ogni variazione è introdotta da un nomignolo o da iniziali, riferite al dedicatario della sezione.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Variazioni_su_un_tema_originale
Scarica gratis: Enigma Variations, Op. 36 di Edward William Elgar.