(voce di SopraPensiero)

Nel 1991 Luciano Benetton comprò insieme al fratello Carlo da una società britannica 900.000 ettari di terre della Patagonia argentina per allevare pecore da cui ricavare lana, un “esercito” composto da oltre 300.000 esemplari allevati con sfruttamento intensivo, che ha reso l’imprenditore italiano il più grande proprietario terriero di tutta l’Argentina. Il problema però è che nella realtà questi terreni non apparterrebbero né alla compagnia inglese, che ottenne il terreno attraverso mosse finanziarie oscure e di dubbia legalità, né quindi a Benetton, in quanto sono patrimonio dell’umanità, da sempre abitati dagli indigeni Mapuche e loro di diritto.

Da quando, nel 1878, il dittatore argentino Julio Roca ordinò lo sterminio delle popolazioni native della Patagonia attraverso la Campaña del Desierto per impadronirsi delle loro terre, i Mapuche sopravvissuti si sono trovati a far fronte al nuovo colonialismo economico, relegati e spinti a vivere nelle terre più aride e inospitali. E arriviamo a Benetton. Nel 2002 una famiglia nativa, i Curinanco, viene allontanata con la forza dalla propria casa (di notte, picchiati e tirati per i capelli, la casa incendiata) per aver rifiutato il denaro offertogli dalla famiglia Benetton. La coppia, denunciata per occupazione illecita di suolo, viene in Italia cercando un accordo con l’imprenditore che gli offre 2.500 ettari di terra. Offerta ridicola, non solo se si considera che Rosa e Atilio ne sono già legittimi proprietari, ma perché quegli ettari sono in una zona arida e improduttiva.

Alla riunione ci sono anche il giornalista Gianni Minà ed il Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel, che cerca di mediare (sotto il testo della lettera scritta).

Mi sono chiesta perché mai i Signori Benetton continuino una battaglia tanto impopolare. Credo di aver trovato la risposta nella Minera Sud Argentina. E’ una compagnia mineraria posseduta al 60% da Compania de Tierras Sud Argentino, il cui proprietario è Benetton e i cui giacimenti si trovano a cavallo tra il Cile e l’Argentina. Da anni sfrutta un territorio incredibilmente ricco di risorse: oro, petrolio, acqua. Minera ha dato il via ad una serie di trivellazioni che stanno distruggendo l’ambiente circostante, e che hanno ovviamente sollevato le polemiche dei Mapuche. Ecco qui.

Quella dei Mapuche è una comunità ‘orizzontale’, libera cioè da leadership, una società fondata sull’uguaglianza e pari diritti di tutti i suoi membri, sulla solidarietà e sulla comunione con la natura, il nome stesso Mapuche significa ‘gente della terra’.

Un sistema lontano anni luce dal capitalismo fraudolento di Benetton che, proprio come ai tempi delle colonie, ci prende in giro mostrandosi “ambasciatore ecologista” mentre impartisce ordini dal suo yacht da 50 metri, lontano migliaia di chilometri dal quartier generale del Veneto, dove questo avido ottantaduenne è considerato un grande impresario, un vanto del Made in Italy, un esempio del self-made-man.  Uno degli esempi più lampanti di come si possa essere imprenditori nella maniera peggiore, sapendo che il proprio commercio è contro ogni etica. Il tutto amplificato dalla campagna pubblicitaria di Oliviero Toscani che da troppi anni vende al mondo l’immagine umanitaria, di uguaglianza razziale mostrando bambini di tutti i colori, noncurante invece del fatto che tra le maglie dei suoi pullover sia rimasto impigliato il destino di un intero popolo. Ecco perchè non vesto Benetton.

(di Agatha Orrico)

Ecco il testo della lettera scritta dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel indirizzata a Benetton:

Le scrivo questa lettera, Signor Benetton, tra lo stupore e il dolore di sapere che un imprenditore di fama internazionale si è avvalso del denaro e della complicità di un giudice senza scrupoli per togliere la terra ai fratelli Mapuche. Quando si toglie la terra ai popoli nativi li si condanna a morte, alla miseria e all’oblio. Ma ci sono dei ribelli che non zoppicano di fronte alle avversità e lottano per i loro diritti e la loro dignità come persone e come popolo. Continueranno a reclamare i loro diritti sulle terre perché sono i legittimi proprietari, di generazione in generazione, sebbene non siano in possesso dei documenti necessari per un sistema ingiusto che li affida a coloro che hanno denaro. Lei ha comprato 900mila ettari di terra in Patagonia per accrescere la sua ricchezza, si muove con la stessa mentalità dei conquistatori, ma vorrei ricordarle che non sempre ciò che è legale è giusto, e non sempre quello che è giusto è legale. Le faccio una domanda: Chi ha comprato la terra a Dio? Lei si sta comportando come i signori feudali che alzavano muri di oppressione e di potere nei loro latifondi.