Il testo riveste una notevole importanza perché costituisce la trascrizione critica da parte di Penzig di un erbario che può essere considerato, insieme a pochi altri, uno dei primi e dei più ricchi tra i più antichi erbari italiani (e quindi europei).

Molto preziosa anche la bibliografia che, purtroppo, non compare come tale, ma disseminata nelle note a piè di pagina.
Penzig poi nella e intorno alla trascrizione costruisce un apparato di commenti di argomento storico, tassonomico, culturale e di varia altra natura restituendo un ritratto di Cibo, degli altri studiosi e dell’importanza di questo erbario, che giustifica ampiamente questa nostra riproposta

Sinossi a cura di Alessandro Alessandrini

Dall’incipit del libro:

Durante gli ultimi due decenni parecchi autori si sono occupati di studii sulla storia degli erbarii, cercando di constatare chi per primo abbia tentato di conservare le piante, disseccate per compressione, entro volumi formati da fogli di carta, e tentando di precisare l’epoca di formazione del primo erbario.
Oltre a varie memorie speciali, dedicate all’illustrazione di singole raccolte antiche di piante, sono da notare in proposito i lavori sintetici di Saint Lager, di Camus e di Flatt von Alföld, che riassumono quanto ai nostri tempi ci è noto intorno agli erbarii composti entro il sedicesimo secolo. Tutte queste ricerche però, se anche hanno potuto rettificare in molti punti le nostre cognizioni anteriori intorno agli erbarii del XVImo secolo, e se pure al numero di questi hanno aggiunto parecchie altre collezioni consimili della stessa epoca, non hanno risolto in modo definitivo la quistione di priorità, o modificato essenzialmente lo stato di cose, quale era stabilito nel 1857 dal dotto storico della Botanica, E. H. F. Meyer, il quale nel quarto volume della sua classica opera Geschichte der Botanik dedicava un capitolo (p. 266-273) allo studio sulle prime raccolte di piante disseccate.

Scarica gratis: Contribuzioni alla storia della botanica di Otto Albert Julius Penzig.