Il libretto del melodramma qui proposto, del 1845, è tratto dal romanzo Ascanio, di Alexandre Dumas, uscito un paio d’anni prima.

L’autore si scusa, nell’avvertimento, per la necessaria poca fedeltà al romanzo, ma in verità le infedeltà sono numerose, ed a farne le spese è soprattutto la figura di Jacopo, che nel romanzo compie imprese eroiche per rimediare alla propria leggerezza che aveva messo nei guai Ascanio e Colomba, facendosi arrestare – e rischiando la condanna a morte – per poter vedere Ascanio e scambiare la lettera, e giungendo al supremo sacrificio di chiedere in moglie l’amante per poterle affidare, durante il matrimonio, la famosa lettera che avrebbe risolto il dramma, mentre nel melodramma risolve il problema in maniera decisamente meno pericolosa. Tra l’altro, nel melodramma Jacopo diventa pittore, mentre nel romanzo era uno studente.

Ciò detto, difficile capire qualcosa della trama del melodramma senza aver letto il romanzo. Quello che rimane sottinteso è per esempio l’amore di Anna per Ascanio, e le sue trame per liberarsi della rivale maritando Colomba ad un conte d’Orbec. Anna imprudentemente aveva dato ad Ascanio la famosa lettera come pegno d’amore. L’improvviso impeto di Benvenuto a concludere la fusione della statua di Giove è motivata dalla espressa promessa di Francesco I di soddisfare qualsiasi suo desiderio se la statua fosse stata perfetta. E tante altre cose si scopriranno leggendo il romanzo, già presente nel Progetto Manuzio.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

CORO.
Soffiate o mantici – dal foco fusi
L’argento, il bronzo – scorran confusi:
Soffiate o mantici! – sotto le dita
Del grande orefice – s’abbiano vita:
Soffiate o mantici! – l’argento e l’oro
Di pregio scemino – dopo il lavoro.
Vivan gli orefici – Cellini viva,
Amor di principi – vanto di Re…
TUTTI
Viva la terra – che ci nutriva,
Che madre al Genio – fu sempre ed è.

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