Ugo Santamaria
Scoccavano le undici ore all'orologio della vecchia chiesa in fondo alla strada, quando nel silenzio e nel buio s’udì un improvviso tintinnìo di vetri cadenti…
In mezzo a un ampio bacino formato da una gran cerchia di monti, di collinette amenissime, piantate di viti e tutte sparse di case, dove la robustezza degli uomini, il roseo colore e la vivacità delle forosette…
C‘era una volta un Re e una Regina che avevano una figlia bella quanto la luna e quanto il sole; tanto frugola però, che facendo il chiasso metteva sossopra tutto il palazzo reale…
Il vecchio salinarolo Tromba aveva ereditato da sua figlia Orsola un sacco: per di più era un sacco di carta, spessa e solida, sì da sembrare stoffa, di un colore neutro, fra il grigio e il giallo, ma sempre carta.
L’ora pericolosa non è l’ora del confessionale, quando abitudine o gravezza o vigile coscienza delle divine funzioni assunte per rappresentanza mortifica ogni senso. Nemmeno è l’ora del riposo…
Sopra: una stanzetta quieta e silenziosa, dall’ambiente dolcemente caldo. Una lampada lascia piovere la sua luce eguale e tranquilla sovra le pagine d’un libro simpatico…
Prima dei vecchi e remotissimi tempi era il tempo dei primi principii. Era quando il vecchissimo Mago preparava le cose. Prima egli preparò la terra, poi il mare, e poi disse a tutti gli animali che potevano uscire a giocare.
Isole di tutte le forme e dimensioni si allineano a settentrione, di Stoccolma, sono circa un centinaio. Il vaporino che corre d’estate attraverso i loro intricati labirinti, lascia il passeggero in uno stato un po’ perplesso per ciò che riguarda l’orientamento, quando raggiunge il termine del suo viaggio a Waxholm.
Era una domenica, di novembre. La serva del Paradiso doveva avere anche lei, per l'arrosto festivo, spennacchiato piccioni e pollastrelle, perché il cielo, bianchiccio come un'aia pulita, era sparso di piume violacee e lionate.