Home Autori Articoli di Ugo Santamaria

Ugo Santamaria

Ugo Santamaria
591 ARTICOLI 0 Commenti
Eravi una volta un mercante il quale possedeva grandi ricchezze. Un giorno, che un affare importante lo chiamava molto lungi dal luogo ove soggiornava, salì a cavallo e partì con una valigia in cui vi aveva riposta una piccola provvisione di biscotto e di datteri.
C’era una volta un sarto, che aveva tre figliuole, una più bella dell’altra. Sua moglie era morta da un pezzo, e lui si stillava il cervello per riuscire a maritarle…
Livia, vedova ancor giovane, bella di aspetto e simpatica, discorreva un giorno, nel suo elegante salotto, con l’amica Ottavia. Questa, anch’essa giovane, piacente, aveva preso marito da due anni: un vecchio...
Un ricchissimo mercante aveva il dono d’intendere il linguaggio degli animali, ma con questa condizione ch’egli non poteva a chi si fosse spiegarlo, senza esporsi al pericolo di perder la vita.
Il cortile era in comune; se cortile poteva dirsi lo spiazzo triangolare che divideva e univa le tre casupole ai suoi angoli, una più malandata dell'altra; tutte e tre abitate da gente laboriosa e tranquilla, rassegnata al suo umile destino…
Le cronache de’ Sassaiani, antichi Re di Persia, riferiscono esservi stato un Re il quale era amato dai sudditi per la sua saviezza e temuto dai vicini per la fama del suo valore. Aveva due figli…
Le valli del Bisagno e della Polcevera sono delle piú belle e rigogliose che i viaggiatori ricordino. Il facile pendio de' lor poggi sempre distinti di fiori, l'ubertà del terreno, i marmorei palagi disseminati per le digradanti colline, le vestono di tale incanto, che vedute una volta, piú non si scorda tanta armonia di natura…
Siccome in questo mondo chi pensa a casi suoi e mette le cose a posto è chiamato accorto, così, quando dopo la morte di Selletta, spazzino, il quale prima aveva fatto il fiaccheraio e prima ancora avea governato un negoziuccio di commestibili, la vedova Carmela ricoverò un suo maschietto all’Albergo dei Poveri…
Il vecchio libraio Barrocci, – Pipatin, come lo chiamavano gli studenti che regolarmente verso la fine di ogni mese andavano a vendergli per pochi soldi ogni sorta di libri, – con la sua eterna pipetta di radica fra i denti, stava vuotando un grosso cesto pieno di libri per preparare, più zeppi del consueto, il panchetto e le scancìe allineate sotto i portici…