Mach scrisse questo testo nel 1886. Egli fu un pioniere nell’esplorazione sperimentale rivolta allo studio delle percezioni umane. La percezione umana è quel processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali (dalle sensazioni) dotati di significato. Mach non ritiene idoneo il metodo di analisi delle percezioni usato dai suoi predecessori ed instaura un nuovo metodo, legato essenzialmente alla osservazione. Vale a dire tenere in conto solo i fatti positivi, ed eliminare tutti quelli che si sottraggono al controllo dell’esperienza, in particolare le ipotesi solo metafisiche che nulla hanno a che fare con l’esperienza.
Egli rifiuta la distinzione netta fra campo fisico e campo psichico. A suo avviso l’analisi psicologica delle sensazioni ha analoghi particolari del processo fisico nervoso. La fisica non è una materia a sé tante, sempre secondo il pensiero di Mach, ma è parte di una scienza più ampia e più generale.

Inizia la sua trattazione considerando il così detto “punto di vista”, – che pone in relazione e contrasto con l’Io, quale complesso di ricordi, disposizioni, sentimenti legati al nostro corpo – esemplificando poi questo concetto, in particolare con una famosa figura – da lui stesso disegnata – (Capitolo I, § 10). La sua analisi continua con la considerazioni di svariati “punti di vista”, che all’apparenza sembrerebbero indipendenti. Lui cerca invece di dimostrarne la relatività ed interdipendenza.
Mach ritiene che la sussistenza di contrasti fra le ricerche fisiologiche e quelle fisiche è dovuto al fatto che il metodo di considerarle è stereotipato.

Egli fissa un principio che pone alla base di tutto il suo studio, – confrontandolo anche con le ricerche contemporanee del filosofo Richard Avenarius (uno dei fondatori della filosofia scientifica), – cioè un “concetto filosofico, chiaro, sicuro, il quale ci possa guidare tanto nelle ricerche fisiologiche, quanto in quelle fisiche, senza essere offuscato da alcuna nebbia metafisica” (Capitolo III, § 1).

Il suo intento è chiaro: egli accusa la scienza dell’epoca di avere ancora dei retaggi metafisici, e vuole liberarsi di essi. Ad esempio egli critica il concetto di “spazio assoluto”, ancora in voga ai suoi tempi, perché appunto è un concetto metafisico legato ad antichi retaggi del tempo di Newton. Il concetto sarà poi dimostrato falso, come intuito da Mach, dalla successiva teoria della relatività di Albert Einstein. Mach è così annoverato fra i precursori della teoria di Einstein, dimostrata poi valida anche nei più recenti sviluppi della fisica.

Sinossi a cura di Giuseppe Piero Perduca

Dall’incipit del libro:

I grandi progressi, fatti ne’ secoli scorsi dalla fisica ed importanti non solo pel campo speciale della fisica stessa, ma anche per l’aiuto apportato alle altre scienze, richieggono ch’ormai ovunque si conceda il primo posto ai criterî ed ai metodi fisici e che la maggiore aspettativa ci ripromettiamo dalla loro applicazione. E, corrispondentemente a tali progressi, anche la fisiologia dei sensi, abbandonando a poco a poco i metodi, pur seguiti da personaggi eminenti quali Goethe, Schopenhauer, ecc., e con grande successo seguiti da Giovanni Müller, di studiare le sensazioni in sè stesse, ha assunto un carattere eminentemente fisico. Però tale trasformazione non la si può considerare del tutto corrispondente allo scopo quando per poco si pensi che la fisica stessa, non ostante il suo considerevole sviluppo, è ancora parte di una scienza più ampia e generale, e non può esaurire tale materia con i suoi mezzi intellettuali particolari, creati o trovati per conseguire scopi speciali. Pertanto, pur senza rinunciare all’aiuto della fisica, la fisiologia dei sensi può non solo seguire un suo particolare sviluppo, ma recare altresì aiuto, e non lieve, alla fisica stessa.
La nostra trattazione mira appunto a mettere in luce in modo semplice e chiaro questa relazione.

Scarica gratis: Analisi delle sensazioni di Ernst Mach.