Mario Teiera di mestiere fa il fotografo. Ma di professione è alcolista. E donnaiolo. Da quando la sua vita ha messo l’accento sulle ultime due attività, è passato dal fare servizi giornalistici di spicco al rubare immagini di corpi femminili al sole da vendere alle riviste di gossip (o alle ignare vittime del suo enorme teleobiettivo). Lui sostiene che non c’entra niente con l’assassinio di Chantal Morini, reporter d’assalto che indaga sulla criminalità russa e sui suoi rapporti col governo di Putin; dice che se ne stava allegramente sulla spiaggia a rimorchiare una delle tante a cui ha promesso il solito fantomatico «book». Ma se è così, che ci facevano i suoi scatti nella stanza in cui alloggiava Morini? Barbara Gillo, commissario della questura di Torino, non ha dubbi: deve risolvere l’annoso problema del fidanzato fedifrago dall’altra parte dell’Italia, nonché quello del suo più stretto collaboratore, che le ha appena annunciato le sue dimissioni. L’ultima cosa che ci vorrebbe in questo momento è il fascicolo «Morini» sulla sua scrivania; o questa è l’occasione per schiarirsi le idee, con un po’ di sano lavoro intricato che coinvolge – chi sa come? – la Torino «bene»?
Rosa Mogliasso scrive bene, non c’è dubbio. E confeziona un romanzo che si legge piacevolmente, più per lo stile rapido dei dialoghi che per la trama. I personaggi in generale sono vivaci e sanno attrarre il lettore – sia per i loro aspetti buoni, sia per quelli cattivi; ma la protagonista purtroppo non riesce a ispirare la simpatia che vorrebbe e che a tutti i costi cerca di catturare, con il linguaggio esplicito e con il rapporto conflittuale con la sorella: resta una che ama il suo lavoro, sì, ma in maniera indistinta e per così dire «meccanica», non per una passione bruciante né per una esistenziale inclinazione, ma solo perché non le viene in mente nient’altro. L’autrice è comunque riuscita a trovare il tono giusto, per parlare di argomenti come la mafia internazionale, senza essere sovraccarica né emettere condanne sommarie, con qualche spunto d’interesse e di riflessione, come quello del «monachesimo carcerario».


R. Mogliasso, Chi bacia e chi viene baciato, ed. Salani, 2014, pp. 240, euro 14,90.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.