(voce di SopraPensiero)

Presentare il pensiero di Hans Jonas mettendo l’accento sull’originalità (in buona parte ancora non recepita) dell’autore ebreo tedesco: questo l’obiettivo del volume La materia vivente di Francesco Brancato, appena edito dal Messaggero di Padova. Jonas è originale quanto pregnante nel tentativo di andare oltre la classica dicotomia del pensiero occidentale monismo/dualismo (dove il primo finisce sempre per appiattire l’uomo sulla natura, mentre il secondo rischia continuamente di separare le cose, à la Descartes), in una riflessione che lascia spazio allo spirito e al divino, inquadrando l’uomo non tanto per ciò che è – nell’attimo «congelato» dell’indagine scientifica, «oggettiva» – ma per ciò che può aspirare ad essere, per la responsabilità nei confronti del tutto che può autoattribuirsi, per il compito cui può ambire nel mondo.
La «pecca» di Jonas – se si può ardire una simile espressione nei confronti di un autore di questo calibro – non è l’eccesso nella presupposizione di una dimensione divina (quella «sostanza spirituale» che la filosofia contemporanea ha giustamente tanta difficoltà a maneggiare) ma, al contrario, per difetto: per non essersi spinto a sostenere «la libertà, l’interiorità, la soggettività» non solo di ogni uomo e di ogni creatura vivente, ma anche di ogni pietra, di ogni pulviscolo, di ogni molecola e particella «inanimata». Forse nello sforzo di fare maggiormente breccia (dall’interno) in un sistema scientifico già parecchio arroccato sulle proprie posizioni, Jonas evita una rottura troppo forte col paradigma accettato, ma al contempo mantiene una frattura insanabile all’interno dell’unica realtà, fra ciò che è «vivo» e ciò che non lo è (per ironia della sorte, la stessa scienza positiva oggi spariglia le carte e afferma che dire «vivo» o «inanimato» è più che altro una questione di convenzioni accettate e di comodità).
Brancato, che dedica un ampio capitolo al confronto fra Jonas e la filosofia contemporanea (in particolare l’evoluzionismo), si muove a proprio agio nell’ambito della solida Bibliografia, consegnando un lavoro che fa il punto della situazione negli studi jonasiani e sa farsi leggere con fluidità.


Francesco Brancato, La materia vivente. Dio, uomo e natura nel pensiero di Hans Jonas, E. Messaggero di Padova, 2012, pp. 240, euro 18.

Articolo precedente«Leggere le immagini». Un nuovo libro Erickson per la scuola primaria
Articolo successivoLunedì 27 maggio concerto Pappano in web
Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.