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(voce di Luca Grandelis)Il potere, da un lato; la minaccia della distruzione dell’umanità, dall’altro. Al centro, i “nemici dell’umanità” che si adoperano ad utilizzare il primo finendo per conseguire (loro malgrado) la seconda.
Per Giacomo Marramao, autore di Contro il potere. Filosofia e scrittura (ed. Bompiani), che aggancia le sue analisi a quelle di Elias Canetti, siamo di fronte alla catastrofe. Che è possibile intendere in almeno due modi: come “rivolgimento strutturale, morfogenesi” (dall’etimo greco kata-stréphein), oppure come apocalisse, fine di tutte le cose. Se la situazione reale proceda in avvicinamento alla prima o alla seconda dipende, in buona sostanza, da come noi ci poniamo verso la questione, attivandoci per farvi fronte. Ma quello che emerge in ogni caso, secondo Marramao, è l’urgenza di intervenire, in un modo o nell’altro; qui la filosofia politica assume preminenza e precedenza rispetto a tutto il resto (morale, epistemologia ecc.) e invita a una riflessione operativa da condividere e mettere in pratica nel migliore dei modi. È impossibile oggi «ritrarsi nella esclusiva contemplazione di modelli spirituali che ancora possono avere per noi un certo significato», dice il filosofo citando Canetti. Di fronte al problema climatico e all’invasione globale dell’economia finanziaria, non ci si può più rifugiare nella meditazione individuale: è il momento dell’azione collettiva.
Giacomo Marramao insegna Filosofia Teoretica e Filosofia Politica all’Università di Roma Tre ed è Direttore della Fondazione Basso, membro del Collége International de Philosophie (Parigi) e Professor honoris causa all’Università di Bucarest. Le sue opere sono tradotte in diverse lingue.
G. Marramao, Contro il potere. Filosofia e scrittura, ed. Bompiani, 2011, pp. 155, euro 10.