Il libro, pubblicato nel 1879, raccoglie tre scritti: uno di maggiore respiro, Rovine, che dà il titolo all’intero volume, seguito dal racconto Degna di morire e dal testo d’occasione La laurea dell’amore.

Il primo racconto, Rovine, è definito dallo stesso Faldella, nella dedica del testo, come “biografia del letterato inedito, figlio della Madre dei Cani.”. La drammatica biografia di Pinotto inizia a seguito di una serie di sfortunate circostanze: la perdita del padre, l’affitto di una stanza della casa, in cui abita, ad un estraneo e la conseguente donazione alla famiglia da parte dell’ospite, quando questi se ne va, di un canetto. Pinotto ha una madre ed una sorella che, nel momento in cui ricevono il piccolo cane, perdono del tutto la testa ed il cuore per questo. Già dalla prima scena si capisce che la vita del ragazzino sarà ben dura se dovrà contendere l’amore delle due donne con quel botolino “dal collo corto e dalle gambe cortissime, grasso come una caciuola marzolina, pigro come una marmotta”, che subito diventa il padrone della casa.

Non saranno i meriti scolastici, non sarà il malumore e i dispetti, non saranno le fughe di casa, non saranno le blandizie a piegare il cuore di mamma e sorella. Il loro disamore verso Pinotto non fa che crescere e tramuta il ragazzino in un “piccolo demone beffardo”, che ne combina più e peggio del buon Giamburrasca, che da lì a qualche anno sarebbe comparso nelle pagine de «Il giornalino della Domenica». Pinotto cresce, traversa le regolamentari fasi della vita – il periodo letterario “e specialmente drammatico”, il “periodo religioso e quello della tosse asinina” – ma niente vale più a colmare il solco che si è creato tra il ragazzo e le donne di casa. A proposito del periodo drammatico, è da non perdere la lista dei titoli dei cento e più componimenti che Pinotto si propone di scrivere per il teatro. Così, con queste produzioni, lui, Giovanni Panezio, diventerà famoso e potrà finalmente fare a meno dell’amore delle due donne o, hai visto mai, sarà il modo per riconquistare quell’amore perduto.

L’odio verso il cagnolino usurpatore e il desiderio di una riconciliazione con la madre sono una costante nella vita di Pinotto, che solo ad un certo punto riuscirà a riconciliarsi con il mondo canino. Ma in quali sommità e in quali abissi è trascorsa, principalmente tra Torino e Roma, la vita di Pinotto, la vita, tutto considerato, che Faldella descrive come quella di un perfetto rappresentante di genio e sregolatezza, ma nel quale restano marmorei elementi di una sua particolare etica: mai mutar religione neanche se pagato, mai uccidere anche se comandato, mai vendere un suo pensiero, un pezzo della sua “supposta coscienza” o solo un capriccio anche se sta morendo di fame. E Pinotto, nel volgere degli anni, costruisce tutta una sua filosofia e le sue riflessioni sulla vita, sull’amore, sulla felicità, sul significato dell’arte sono a volte, pur strampalate, indubbiamente ‘geniali’:

«Insomma si dà come principale norma dell’Arte la misura, la quale fino a ieri è stata soltanto la norma dei sarti, dei calzolai e dei falegnami.
Secondo me invece la principale norma dell’Arte non è già la misura, ma la smisuratezza.
Per me il genio del vero artista è una specie di pazzo furioso, che dà delle enormi capate in cielo e ne stacca stelle e procelle a illuminare o interrorire la terra.
Così mi è parso leggendo la Bibbia, Omero, Dante e Shakespeare.
E la scienza del professore Lombroso è d’accordo con me nel genio e follia!»

La lettura di Rovine è indubbiamente interessante.

Nel racconto breve che segue, Degna di morire, l’autore narra di una bimba talmente bella e di spirito che quando balla sembra “la scorribanda di un gelsomino, di una stella bianca” e che pare già pronta per rallegrare il cielo con la sua leggiadria.

Chiude il volume La laurea dell’amore, scritto dall’autore in occasione delle nozze del cugino Pietro, avvocato. Vengono presentati i due personaggi: un lui, giovane studente di medicina, ansioso di ottenere la sua meritata laurea ma già poi subito dubbioso di quanto realmente gli cambierà la vita; una lei, reduce da anni di educandato, che si aspetta tutte le gioie dalla vita mondana. Ma sarà così?

In breve, il libro, pur nell’uso di termini strambi e nella costruzione a volte elaborata, può essere una piacevole scoperta. Buona lettura!

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Dall’incipit del libro:

Cani! La scena non ha luogo in teatro, ma in famiglia, dove i suddetti quadrupedi si acquistarono una importanza ragguardevole.
Uno scolaro usciva dal ginnasio dominato dall’appetito e dalla contentezza. Era riuscito il secondo della scuola, cosa che non gli era mai capitata nella vita; lo gattigliava a flor di pancia un vuoto voluttuoso; gli splendeva in testa la speranza di un accessit; udiva già il suo nome tintinnare nella distribuzione dei premi, sentiva muoversi leggera leggera la bisaccia dei libri sulle spalle; pensava ai grissini e ai peperoni del desco materno, all’effetto luminoso che avrebbe prodotto il suo annunzio in casa; e con una fame, che avrebbe addentato i pilastri dei portici, egli disprezzava le bacheche dei confettieri, disprezzava gli zamponi dilembati rossamente, i tagli dei presciutti marmoreggiati succosamente, il morbido ed acuto gorgonzola e tutte le altre ghiottonerie, che dalla vetrina di un salumajo agganciano le viscere di uno scolaretto.
Come era fulgido Pinotto sotto i Portici di Po!
Svoltò in una di quelle forme di torrioni, che sono i cortili torinesi; infilò una scaletta.

Scarica gratis: Rovine di Giovanni Faldella.