La monografia di Corrado Barbagallo, Le relazioni politiche di Roma con l’Egitto dalle origini al 50 a. C., pubblicata nel 1901, analizza in dettaglio lo sviluppo dei rapporti politici tra Roma e l’Egitto a partire dalle loro prime interazioni fino alla vigilia della conquista romana dell’Egitto nel 50 a. C.
Il libro esplora come questi rapporti siano evoluti da contatti iniziali, forse di natura commerciale e culturale, fino a diventare una complessa dinamica di alleanze, influenze e infine, crescente ingerenza romana negli affari egiziani. Barbagallo esamina le motivazioni e le strategie politiche di entrambe le potenze, analizzando i momenti chiave di cooperazione e di tensione.
Viene posta particolare attenzione al periodo della tarda Repubblica romana, caratterizzato dall’ascesa di figure potenti come Pompeo e Cesare, e al loro coinvolgimento nelle dispute dinastiche egiziane, culminando nel ruolo cruciale di Cleopatra. L’opera offre un’analisi approfondita di come le ambizioni romane nel Mediterraneo orientale e la ricchezza e la posizione strategica dell’Egitto abbiano reso inevitabile lo scontro finale e l’annessione dell’Egitto al dominio romano.
Curioso è l’episodio del supposto lascito testamentario al popolo romano dell’Egitto, da parte di Tolomeo Alessandro II (forse nell’80 a. C.), e del rifiuto da parte del senato romano, e soprattutto le motivazioni: è vero che all’epoca Roma era stremata dalle guerre e agitata al suo interno, e questo poteva far ritenere azzardato l’eccessivo ingrandimento, ma in realtà la motivazione principale era il timore – che si sarebbe realizzato qualche decennio più tardi con Cesare – che il governatore romano dell’Egitto potesse accentrare su di sè tanto potere economico e militare da mettere in pericolo la Repubblica.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Il primo avvicinamento diplomatico di Roma con la monarchia egiziana, fondata dai Tolomei, dopo il tragico sfasciarsi dell’impero di Alessandro Magno, ebbe luogo nel 273 a. C. Prima di quel giorno, i due popoli erano vissuti tanto remoti per vicendevoli relazioni, quanto ‒ come si mantennero ‒ differentissimi per struttura economica e politica. Due società affatto diverse abitavano le rive europee e le africane del Mediterraneo.
Poche regioni erano state favorite dalla natura così come l’Egitto. Al confluente di due mari, solcato da un fiume, che ne costituiva la ricchezza agricola, e, insieme, quella peschereccia, con una città, Alessandria, stazione centrale, scalo inevitabile fra l’Occidente e l’Oriente, crogiuolo di tutte le industrie dell’antichità, esso non aveva, dal punto di vista economico, rivali da temere.
Su tre milioni circa di ettare capaci di abitazione, il suolo coltivabile, che adesso è ridotto a 2/3 della cifra succitata, doveva nell’antichità varcarla di parecchio, giacchè la continua invasione delle sabbie e dell’acqua marina costituiscono una notevole differenza fra lo stato antico e moderno del paese, tutta a pregiudizio del secondo.
Scarica gratis: Le relazioni politiche di Roma con l’Egitto dalle origini al 50 a. C. di Corrado Barbagallo.