Opera della maturità di Pindemonte, pubblicata nel 1821, è offerta in lode all’abate e matematico Angelo Zendrini; ma con questa composizione Pindemonte vuole anche celebrare la memoria di Antonio Cagnoli, morto cinque anni prima, nel 1816. E da qui il titolo di Tributo alla memoria di Antonio Cagnoli. La motivazione di questa doppia dedica è che fra Angelo Zendrini e Antonio Cagnoli c’era sempre stata una profonda stima reciproca, e negli ultimi anni, prima di morire, quest’ultimo, a motivo dell’intenso studio era stato colpito da una patologia che lo aveva privato sia della memoria che delle sue cognizioni scientifiche.

Con questo tributo poetico Pindemonte vuole sostenere moralmente lo Zendrini (Venezia, 1763-1849), matematico dell’Università di Padova, che, a sua volta, nel 1817, aveva dovuto lasciare l’insegnamento perché colpito da cecità.

La composizione è formata da dodici sonetti che ripercorrono tutta la vita e la carriera di Antonio Cagnoli.

Questi era nato a Zante, allora nella Repubblica di Venezia, nel 1743 ed aveva intrapreso, già da giovane età, la carriera diplomatica del padre, diventando dapprima cancelliere del governatore delle Isole Ionie, poi segretario d’ambasciata, prima a Madrid poi a Parigi.

Nei primi anni ottanta del Settecento, si presume dopo aver visto nel 1780 un piccolo telescopio in un salotto dell’aristocrazia, si appassionò di astronomia e si dedicò ad essa, allestendo un piccolo osservatorio personale a Parigi. Nel 1786 abbandonò la carriera diplomatica e rientrò a Verona, trasferendo tutti gli strumenti astronomici da Parigi, e fondando una specola in Verona. In Verona egli continuò i suoi studi di astronomia e non solo, insegnando anche, dopo che gli eventi napoleonici fecero venir meno la sua specola, Analisi Matematica a Modena. In vita pubblicò diversi volumi a carattere scientifico, oltre che di Astronomia, anche di Matematica e Trigonometria. Inventò anche un metodo per la determinazione delle longitudini geografiche.

Pindemonte ripercorre, nei suoi sonetti, le varie tappe della vita e della carriera di Cagnoli.

Inizia il percorso poetico dolendosi di non veder “adorno / D’un’immagine tua, che in marmo spiri” (sonetto I); richiama gli studi del Cagnoli “Conobbe i moti di ogni errante sfera” (sonetto II); ed anche gli studi ed i calcoli astronomici, come sopra ricordati, “Sapea degli astri, e di ogni lor moto…/ E del calcol difficil su l’ale (sonetto III). Ripercorre la carriera sia in Spagna che in Francia ed il ritorno in Italia (sonetto VI), la visione degli anelli di Saturno con un telescopio (“buon tubo” sonetto VIII), e quindi la dolorosa fine. Nell’ultimo sonetto ipotizza una ideale Torre edificata da un cittadino scomparso, il Cagnoli appunto, quale “Splendido monumento erse a se stesso” (sonetto XII).

Questi sonetti del Pindemonte, pur non scoppiando con impeto in vita, moto e fuoco, come quelle del suo coetaneo Vincenzo Monti (i due poeti erano nati e morti quasi contemporaneamente), secondo quanto scrisse di Vincenzo Monti Giambattista Castiglia, preannunciano però, sia dall’argomento trattato che dalla loro costruzione, le pulsioni del Romanticismo.

Da notare la contiguità, per quanto riguarda la dedica e la tematica, di questa composizione sia con la poesia di Ugo Foscolo All’amica risanata, che con il terzo tempo del quartetto n. 15 op. 132 di Ludwig van Beethoven (Heiliger Dankgesang eines Genesenen an die GottheitCanzona di ringraziamento alla Divinità per una guarita).

Sinossi a cura di Piero Giuseppe Perduca

Dall’incipit del libro:

Spirto divin, che su i lucenti giri
Fai con Bianchino, e gli Angeli soggiorno,
E le stelle, a cui gli occhi alzasti un giorno,
Or sotto i piedi scintillar ti miri,

Se v’ha chi ’n riva d’Adige sospiri,
Cercando spesso con gli sguardi intorno,
E il patrio nido non veggendo adorno
D’un’immagine tua, che in marmo spiri.

Già non duolsi per te, cui nulla or cale
Su così eccelso trono e così augusto
Di ciò, che qui par bello, e là non vale.

Per la patria si duole e il duolo è giusto:
Poiché non al tuo ben, Spirto immortale;
Alla gloria di lei manca il tuo busto.

Scarica gratis: Tributo alla memoria dell’insigne astronomo cavaliere Antonio Cagnoli veronese di Ippolito Pindemonte.