Già affermata ed apprezzata scrittrice con le raccolte di racconti Pubertà e La Spalla Alata e il romanzo Il Giunco, Pia Rimini ha anche una abbastanza intensa collaborazione con riviste e giornali sui quali pubblica i suoi racconti.
Farsi un’opinione apparve nel 1931 sulla rivista di Pitigrilli “Le Grandi Firme” e bisogna ammettere che l’autrice sa destreggiarsi egregiamente tra le esigenze dei lettori della rivista, propensi ad apprezzare una scrittura leggera con venature umoristiche, e le proprie tematiche abituali, pur tra le ristrettezze di spazio e le caratteristiche dell’ambiente che la ospita. Una moglie, probabilmente solo blandamente adultera, spera di poter volgere a proprio vantaggio il tentativo di ricatto del momentaneo complice di un flirt estivo. Il marito oscilla e stenta a “farsi un’opinione” tra le diverse alternative che gli si pongono per salvare apparenze e magari non solo quelle. La sincerità femminile, caratteristica assai cara all’autrice, questa volta oscilla parecchio ambiguamente, la consueta meschinità maschile ha invece questa volta uno sbocco drastico e tutto sommato imprevedibile…
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Da giorni appariva malinconica; a volte restava con il cucchiaio in aria, davanti al piatto colmo, assorta, intontita, e se il bambino cacciava le mani nel piatto o tentava di scavare col dito un buco nella minestra, non se ne avvedeva. Cominciò a sedere per ore davanti alla finestra, a trasalire a ogni scampanellata, a ogni passo, a dimenticare di accendere il lume quando s’alzava la sera, sin che una sera il marito la sorprese al buio, e insisteva affettuoso, per sapere che aveva: allora ruppe in un pianto stridulo e cadde a terra, si torse, smaniò, gli abbracciò le gambe e, con i capelli disciolti che nella tempesta dei singhiozzi gli frustavano i piedi, gli confessò con la faccia premuta contro le ginocchia di lui: un bacio. Non era stato che un bacio. L’estate scorsa in villeggiatura.
Egli saltò su:
— Aveva ragione mia sorella a dire che le donne non si mandano sole in villeggiatura!
Ella reagì:
— Che c’entra quella pettegola?
Poi riprese il racconto fra i singhiozzi, bagnando le parole di preghiere. Un bacio. Una sciocchezza. Cose di villeggiatura. Uno studente di filosofia. S’incontravano al tramonto, davanti alla chiesa: egli le parlava della sua malinconia, diceva che ella sola lo capiva. Nulla: un bacio, al riparo d’una siepe.
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