Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: Il cedro del Libano di Grazia Deledda.

Raccolta di brevi racconti, pubblicata nel 1939.

Contiene le novelle: “Il giuoco dei poveri”, “Cuori semplici”, “Vecchi e giovani”, “La gracchia”, “Ferro e fuoco”, “Trasloco”, “Caccia all’anatra”, “Il camino”, “L’uccello d’oro”, “L’esempio”, “Il posto”, “Vento di Marzo”, “La statuetta di sughero”, “La melagrana”, “Agosto felice”, “Nel mulino”, “La fuga di Giuseppe”, “La lettera”, “Ornello”, “Sotto il pino”, “Il Gallo”, “Il signore della pensione”, “Il cedro del Libano”, “Ballo in costume”, “Forze occulte”, “Le bestie parlano”, “L’angelo”, “I guardiani”, “Via Cupa”, “Medicina popolare”.

Dall’incipit del libro:

In quel tempo ci piaceva il giuoco dei poveri: cioè fingere di essere realmente poveri, di aspettare il soccorso del prossimo e, se occorreva, andare ad elemosinarlo. Il fatto dipendeva dalla morte serena e improvvisa di una vecchia mendicante che da mezzo secolo viveva in una specie di legnaia in fondo al nostro orticello. Avrebbe dovuto pagarne il fitto – quindici soldi al mese – ma se n’era andata con tutti gli arretrati; e mio padre anzi pagò i funerali.
— Troveremo poi il gruzzolo che deve aver lasciato nascosto in qualche buco — egli disse; ma non si aveva mai il tempo, né la voglia e neppure l’illusione di trovarlo davvero.
La sua fortuna, la vecchia gobbina, la lasciò tutta a noi, ragazzette romantiche ma non tanto, che ci si installò nel suo domicilio per fingere, dunque, di giocare ai poveri e per fare il comodo nostro. Ella aveva lasciato la stamberga relativamente pulita, con un saccone di stoppie coperto da una ruvida coltre, dono di mia madre; uno sgabello, del quale, del resto, si poteva fare a meno perché negli angoli c’erano, come nei boschi, ceppi e tronchi d’albero più comodi di certe sedie civili; un’anfora di creta, sbocconcellata; un canestrino con rimasugli di pane che parevano sassolini; e infine il bastone.

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