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(voce di SopraPensiero)
Raccolta di brevi racconti ironici e umoristici, con puntate di macabro affrontato con la consueta disinvolta leggerezza del narratore francese, leggerezza che gli consente di presentare col medesimo tono narrativo la bizzarra ansia dello scommettitore, la ricerca spasmodica di denaro del bohemien incallito, le performance del bigamo seduttore e le imprese delittuose di improbabili rapinatori. Chiude la raccolta un raccontino di Pierre Weber (Parigi 1869-1942), scrittore francese, autore di moltissime commedie umoristiche, pressoché sconosciuto in Italia.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Francesco Marstein che lavorava, come elettricista, in una grande officina di Puteaux, venne una sera al caffè Balazan a ricercare suo cugino Alberto che gli doveva cinquanta franchi.
— Mio caro – gli disse Alberto – scusami, tutti i giorni volevo venire a riportarteli. Ma ti assicuro che domani… o domani l’altro al più tardi… sarai saldato. Ho firmato un contratto con una casa di via del Mail, che vende coltelleria fine, e comincio la settimana prossima un giro nell’Est.
— Tu firmi sempre contratti, – disse Francesco – e non concludi niente… Ti spacci per viaggiatore di commercio, e non ti allontani da Parigi… In fondo lo so io che mestiere fai.
— Sai che cosa?
— So, – disse Fancesco. – Tu vivi con una donna del Moulin che si chiama Irma. Ecco il tuo mestiere.
Alberto, seduto sulla panca accanto a Francesco, non rispose.
Era un uomo di costituzione robusta, con la mascella forte, il viso smunto. Aveva gli occhi neri, sognanti, e si rodeva le unghie.
— È triste per la tua famiglia – aggiunse Francesco. – Ecco dove ti ha spinto la tua pigrizia.
Gli occhi di Alberto si empirono di lacrime,
— Non auguro a nessuno di far la vita che fo io, – disse sospirando.
S’intenerì ancora e abbracciò il cugino.
— Mio caro, so che mi vuoi bene e capisco i rimproveri che mi fai. Ascolta, Francesco, permettimi di darti un consiglio: tu hai un buon posto, guarda di conservartelo più che puoi. È un gran brutto affare essere disoccupato, e non c’è niente di più triste al mondo che aver bisogno di una donna. È vero che sono sempre con Irma; ma non vivo di lei, te lo assicuro. Chi te lo ha detto ha detto una calunnia. Sono sei mesi che siamo insieme; essa non mi ha prestato che trecento franchi. Cosa dico trecento franchi! neppure duecento…
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