Werner, il maestro elementare «raccolto» nella sua vita, fredda e luminosa quanto la mattina epocale del 9 novembre 1989 a Eisenach è la testimonianza di quanto la tragedia del nazismo e la rigidità del socialismo reale provocarono ad un popolo.
Il segno di una sterilità emotiva che si è sedimentata e riflessa anche nei rapporti privati di quest’uomo nei confronti dei figli resi estranei ed ostili. E’ la paura verso quei fantasmi per tanto tempo presenti di quella memoria contro la quale ha lottato sino ad anestetizzarla e che ora ritrova nuova forza, violenta, urgente, improvvisa.
E’ la lotta di un uomo piegato da quel silente annullamento ormai accettato che ora alla luce dei nuovi eventi deve rimettere tutto, anche l’inutilità della sua condizione, in discussione.
Se la caduta del muro di Berlino è festa per tutti, per Werner rappresenta una paura e un turbamento a stento tenuto sotto controllo. Sussulti profondi che portano a nudo verità tenute nascoste, una resa dei conti che ha esiti sconcertanti. Un ritmo in crescendo, una tensione che cresce, tra il silenzio interiore ela chiassosa alba di un mondo nuovo.
Carlo D’Alessio
Solo la penombra
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