Pubblicato Alla conquista dell’avvenire di Pietro Gori.
Dall’incipit del libro:
Allor che su le memori pagine de la storia;
fra un raggio ed una tenebra, fra un’onta ed una gloria,
fra un’idea che lampeggia, e un martire che spira,
al suon de li oricalchi o al tocco d’una lira,
segno, pensoso, i popoli pei floridi cammini,
la mia fede avvivando ne gli umani destini,
innanzi al guardo – assiduo moto di onde viventi
fluisce la marea de gli evi e de le genti,
mentre, con lunghi fremiti sotto il cielo profondo,
par che il passato turbini per le fibre del mondo.
Crollan troni ed imperi, fuggon dèmoni e santi,
e novi iddii si affacciano sopra gli altari infranti;
su pe ‘l carcame putrido de le spente nazioni
s’agita il brucichìo d’altre generazioni.
S’addorme il latin genio e, sinistro rilievo
ne la densa caligine, torreggia il medio-evo.
Quivi l’amor del Golgota e templi e roghi innalza,
scorre il sangue a torrenti sotto l’odio che incalza.
Passan le glorie; muoiono gli Dei, l’odio, l’amore
su per l’orbe vetusto, ma l’ideal non muore.
Ei sorvive sereno a le miserie, a le onte,
e, baciando al neofita morituro la fronte,
suscita entro una forma di poca e vil argilla
del pensiero e del genio la immortale scintilla.
A quel bacio di fuoco, in fra i seguaci suoi,
germoglia il sacro seme dei prodi e degli eroi,
così come al sorriso luminoso del sole
sbocciano a primavera, le rose e le viole.
Fioritura gioconda di glorie, di colori,
di martiri, di gigli, di poeti e d’allori.