Dall’incipit della tesa:

Per ovvie ragioni di brevità, la ricostruzione storico-giuridica e, soprattutto, l’analisi puntuale del concreto funzionamento di un’amministrazione locale non possono estendersi a periodi particolarmente lunghi (specie quando la documentazione a riguardo è piuttosto fornita), se non a rischio di tralasciare alcuni aspetti anche rilevanti. Il lasso di tempo qui preso in considerazione (un solo triennio), sebbene possa sembrare abbastanza ristretto, può dunque rivelarsi sufficiente a raggiungere lo scopo che il presente lavoro si propone, ovvero l’esame della fase di passaggio ad una nuova normativa nella concreta attività amministrativa di un comune piemontese dell’ancien régime. Da questo punto di vista, la scelta del periodo 1774-76 non è casuale, ma, per l’appunto, funzionalizzata a cogliere le differenze e le analogie della prassi osservata dall’amministrazione comunale di Asti prima e dopo l’entrata in vigore, nell’autunno del 1775, del più completo ed importante testo legislativo sulle autonomie locali prodotto dalla politica assolutistica ed accentratrice dei sovrani sabaudi: il regolamento dei pubblici.
Tale ricerca è stata condotta attraverso l’analisi diretta della documentazione lasciataci dall’amministrazione astigiana dell’epoca, al fine di poterne ricostruire la struttura e l’attività. Fonte principale è stata la raccolta degli ordinati (verbali) del consiglio comunale relativi agli anni 1774, 1775 e 1776; ma, per poter avere un quadro sufficientemente completo dell’apparato e del funzionamento del comune in quel periodo, si sono presi in considerazione parecchi altri fondi documentari (come, ad esempio, quelli relativi ai causati, cioè i bilanci preventivi del municipio) conservati non solo presso l’Archivio storico del comune di Asti, ma anche presso l’Archivio di Stato di Torino. A tal proposito si avverte che per la citazione degli ordinati del consiglio comunale astigiano è stata utilizzata la semplice dicitura «Ordinati» accompagnata dall’indicazione dell’anno che identifica il volume di delibere nel quale si trova la documentazione in questione, senza fare menzione dei vari faldoni (contenenti più volumi) in cui si suddivide il fondo di tali ordinati comunali. Per la loro esatta e completa collocazione archivistica si rimanda, perciò, all’elenco delle fonti archivistiche riportato al fondo del presente lavoro.

Relatore prof. Carlo Montanari, anno accademico 1997/98, Università degli Studi del Piemonte orientale “Amedeo Avogadro”, facoltà di Giurisprudenza, tesi di laurea in Storia del diritto italiano.

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