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(voce di SopraPensiero)Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub «Terre vergini» di Ivan Sergeevič Turgenev.
Il titolo in russo è «Nuovo», è infatti il romanzo della Russia nuova, percorsa dai fermenti rivoluzionari: il romanzo degli uomini nuovi che lasciavano le città per «andare al popolo», risvegliare le coscienze, preparare la rivoluzione. Traspare una forte ironia sui personaggi dell’epoca, giovani rivoluzionari e nobili reazionari e liberali, seppure è chiara la simpatia dell’autore per il desiderio di rinnovamento.
Dall’incipit del libro:
«Era la primavera dell’anno 1868 e batteva appena il mezzogiorno. Nella via degli Ufficiali, a Pietroburgo, arrampicavasi su per una buia e sudicia scaletta d’una casa a cinque piani un uomo sui ventisette anni, sciattato e povero in arnese. Con uno strofinìo pesante delle ciabatte, dondolando sfiaccolato il corpo massiccio e goffo, arrivò questo uomo finalmente in cima alla scaletta, si fermò davanti a una porta sgangherata e socchiusa, e senza darsi il fastidio di suonare il campanello, andò oltre, sbuffando come un mantice, e si trovò in una piccola e scura anticamera. — È in casa Nejdanow? — gridò con voce alta e baritonale. — No, ci sono io invece, — suonò dalla camera contigua una voce femminile, non però meno burbera. — Chi? Masciùrina? — domandò il nuovo venuto. — In petto e in persona. E voi chi siete? forse Ostrodumow? — Pimen Ostrodumow, — rispose l’altro, mentre si andava cavando le caloscie. Poi, sospesa ad un chiodo la vecchia mantellina che aveva indosso, entrò nella camera donde la voce femminile era venuta. Era una camera bassa, sudicia, dalle pareti tinte di verdognolo, rischiarata a mala pena da due finestrette polverose. Per tutta mobilia, non c’era che un lettuccio di ferro in un cantuccio, una tavola nel mezzo, poche seggiole spaiate e una scansia carica di libri. Sedeva accanto alla tavola una donna sulla trentina, dai capelli arruffati, vestita di lana nera. Fumava tranquillamente una sigaretta.»
Traduzione di Federigo Verdinois.