(voce di SopraPensiero)
Il Caucaso, bello e maledetto: una catena montuosa sconfinata ed elevatissima, dalle alture boscose attraversate dai fiumi; paesaggio la cui intensa desolazione può riempire l’anima, invadendola. Ma anche luogo di una vita selvaggia dove la barbarie è all’ordine del giorno e il rispetto (anche quello per la vita umana) ha una connotazione tutta sua, insospettata al visitatore euroamericano. Luogo di cui già Erodoto parla, ma che recentemente ha dato da parlare ai più grandi scrittori russi, testimoni di uno scempio imperialistico che ha fatto di questa regione – terra d’interessi strategici – una zona in cui si alternano infaustamente il conflitto e l’assoggettamento. Ma la popolazione non ci sta: e la sua indomita fierezza si ribella appena può in cerca dell’irrinunciabile libertà. Una rivendicazione sacrosanta […] o un eterno miraggio?
Vedi il Caucaso e poi t’innamori: questo è ciò che Charles King sembra voler dire, fin dall’apertura, a ogni lettore. Il quale offre in questo libro i risultati di una ricerca storica enorme e ben fatta, svolta in maniera approfondita in tutti i suoi aspetti e conclusa all’altezza delle ambizioni. Il Caucaso viene dipinto soprattutto nei suoi aspetti più recenti, ma a partire dalle radici più lontane e a trecentosessanta gradi. Da ultimo, questo libro presentato da Einaudi sembra voler dare man forte all’autore nel proposito di far invaghire: l’edizione è curata nel minimo dettaglio, dall’immagine di copertina alla scelta della carta. Eccellente.
C. King, Il miraggio della libertà. Storia del Caucaso, ed. Einaudi, 2014, pp. XV-319, euro 32.