Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di SopraPensiero)Da Dio che «si è fatti impotente nella sua creazione» a una visione rovesciata della religiosità, nella quale le cose «spirituali e celesti» contano meno di quelle «materiali e terrestri»; da Maria come modello umano, tangibile e presente (al punto da prenderla in braccio, secondo la descrizione della mistica coautrice) alla spiritualità interculturale dei nostri tempi ecumenici, da un lato, e di scontro omicida, dall’altro: una spiritualità che nei secoli ha agito a favore dell’oscuramento del desiderio dell’uomo e dell’autoconsapevolezza di quest’ultimo, e che oggi invece ha bisogno di recuperare il suo ruolo di motrice del disvelamento del sé. In altre parole, la religione deve tornare ad essere quello per cui è nata: riconciliare l’uomo con la creazione e con se stesso; in definitiva, riconciliarlo con una realtà che – secondo l’esempio di Maria – va accettata non solo e non tanto nei suoi limiti, ma soprattutto nelle sue potenzialità…
Sedici anni fa, a Tavertet, in Catalogna, il filosofo Raimon Panikkar incontra Angela Volpini, mistica che ha ricevuto la visione della Madonna da bambina e non ha mai smesso di diffondere – attraverso i libri, gli incontri, la fondazione del Centro di dialogo Nova Cana – la sua personale e atipica interpretazione della religione che vi ha fatto seguito.
⟦Nota tecnica: nei tanti punti in cui si parla di «universale», «universalità», «universalizzazione», si badi sempre a intendere «universale» come «invariante umano» (nel senso tecnico di Panikkar) e non come «estensibile a ogni tempo, ogn luogo, ogni cultura» (espressione che per Panikkar non ha senso ed è intrinsecamente impossibile). È Panikkar stesso a chiarirlo (altrove e qui, p. 24: «Lo definisco un paradigma universale dell’umanità [perché] questo nelle mie escursioni culturali, è ciò che ho incontrato in tutte le culture, senza eccezione»). Un invariante che non ha ancora trovato smentita: questo, al più, può essere «l’universale». Sempre esposto al confronto con ciò che non è ancora stato esperito; con ciò che potrà darsi in futuro; con ciò che si ignora del passato. O, in altri termini (p. 25): «Universale culturale per il nostro tempo. Non «per sempre». L’interpretazione che do a questa invariante umana non oso dire che sia mia: è l’espressione della coscienza dell’umanità del nostro tempo».⟧
Un libro snello, di facile lettura e, al contempo, da non perdere: perché, come ha detto il coordinatore dell’evento, padre Marcel Capellades, «il terzo millennio merita la parola di rivelazione di Angela e il Vangelo di Raimon». Di più: ne ha bisogno.
Raimon Panikkar, Angela Volpini, Visione mistica, ed. Jaca Book, 2016.
(«Filosofia e nuovi sentieri», 20 aprile 2016)