La memoria storica della letteratura che l’Ucraina ha dato vita nel corso dei secoli e la memoria storica delle sue varie lingue si sono fuse oggi in una coscienza nazionale che ha dimostrato e continua a dimostrare più che mai in questo tragico momento storico, la solidità, la compatezza, la tenacia e la determinazione dei suoi portatori. Il poeta siciliano Vincenzo Calí, vincitore di prestigiosi premi letterari, omaggia l’Ucraina e il popolo degli ucraini con cinque poesie che vogliono sottolineare lo spirito mai domo di un popolo aggredito e martoriato sulla strada del raggiungimento e consolidamento della giusta fierezza della propria memoria storica e linguistica.
Poche volte si è toccato il tema identitario-linguistico-letterario in relazione all’Ucraina durante questi mesi di guerra. L’impressione è quella che troppi ucraini vogliano chiudere la propria identità in un concetto nazionale limitato, di carattere locale e folklorico. Allo stesso tempo, l’Ucraina si trova a fare i conti con una situazione in cui la lingua dichiarata ufficialmente di stato, che statisticamente gode del sostegno della maggior parte dei cittadini, è quella che sembra essere meno “attraente” come lingua veicolare quotidiana.
Le poesie di Calí sono toccanti e asciutte, non si perdono in facili retoriche e vogliono contribuire a sostenere la diffusione della cultura ucraina nei paesi europei, con il supporto dell’Unione Europea. Molti sforzi sono stati fatti negli ultimi anni da studiosi in varie istituzioni, ma la politica è ancora cieca e il poeta siciliano dimostra come la poesia in tempo di guerra possa servire e al contempo risultare, impresentabile e come sostiene il poeta ucraino Serhij Zadan, la poesia è un attributo del demonio e paradossalmente aiuta a proteggerci dai crimini e dalle violenze di chi aggredisce, a restare umani, e lo possiamo essere anche solamente soltanto perché custodiamo le Parole che suonano come preghiere.
La poesia può sembrare inpotente ma quella vera, può essere letale come uno sparo, una bomba, una fucilata. Chi scrive non lo fa per ambire ad uno status di salvatore, ma come Vincenzo Calí, per trascendere se stesso, esiliandosi dall’agonismo poetico e dalla fama.
Scrivere poesie significa sprofondare “nella materia informe del mondo” come afferma Giuseppe Pontiggia in “Origine” e in tal senso Calí non vuole consolare, né esaltare il proprio nome, ma comunicare, far percepire la letalità della poesia, la sua forza nel rimediare ai disastri del mondo, quando tutto sembra precipitare.
La mini raccolta poetica di Calí si configura come un blocco omogeneo, articolato su immagini concise ed efficaci che rendono le liriche espressive ed incisive.
Figli mai resi
Figlio mio torna
con brandelli e spoglie,
rinviate al cuore sacro, il fiore sventrato,
io madre avvelenata fino al nesso,
i denti strido tra morso e lutto,
di vergogna e di pianti che è meglio morire
che vedere.
Figlio, mai negheranno l’immago vivido,
ai mie occhi resta.
Tu uomo,
tu anche padre,
tu cane furioso,
che pesti dignità e coraggio,
mai ti vedrò io madre, con occhi parchi,
mai ti darò io madre, riscatto e fama,
mai scorderò la tua indole amara,
mai saprai cos’è grembo e parto,
mai e mai dolcezza da figlio avrai.
Tu cane astuto,
con brandelli e spoglie,
rendimi il mio,
il figlio prestato alla patria.
Tu uomo,
come puoi negare la vita
e i figli mai resi.
Giallo sole, blu eco di cielo
Vietata al cuore ucraino,
URSS sempiterno invasore.
Tornò a sventolare tronfia,
stretta al cuore,
col giallo di sole fertile,
col blu eco di cielo.
Si levano grida alla pace,
le guerre vane
stremate di coscienze abbagliate.
Sventola stendardo,
sventola possente sui campi di ghiaccio
affinchè lo spiro tremante d’amore
spazzi via l’orrore.
Granaio d’oro
Brucia…
Brucia il granaio d’oro,
oro d’Europa, di carbone e ferro,
di doni sotterrati, di prestigio agli allupati.
Pane e sangue compromessi,
patriottismo ai cuori acerbi,
esser vivi prima conta,
d’un miraggio è libertà.
Scuote fiera l’armi dello straniero,
la morte in corsa cala d’ombre sulle fosse colme,
con scudi umani è l’ illusa meta,
gli abissi del male ormai sciolti.
Il coraggio è motore,
di certezze e d’agire,
per la vita non temete
per la morte non tremate,
della gloria mangerete.
Lo Zar e la Star
Menti che mentono,
divi coscienti dei nuovi tempi.
L’uno senziente,
con vigore al dente,
non crolla a perdente,
già aspira venti d’Europa,
con sfottò impudente allo zar è sovente ,
è una star presidente.
L'altro potente,
folle incosciente,
non perdona niente,
veleno e spionaggi,
ingrassa ingranaggi per fasto e risorse ai magnati in corsa…
Spara uomo incredulo, Zar senza Dio,
spara che esisto,
spara che io resisto…
Vite sospese
Tra i calcinati massi,
le schegge ferrose infestanti,
i corsi tra le case murate per paura,
i bimbi giocano per strada innocenti,
incoscienti agnelli al sacrificio.
A ridosso il fronte
e l’attesa scalcia fragorosa
tra ansie e morte,
tra lingue bugiarde
quieta lo strazio di parole disattese.
Russia, chiamala invasore, uccide non per te.
Sull’autore
Vincenzo Calì nasce a Milazzo (ME) il 12 luglio del 1973. Da diversi anni coltiva la passione per la scrittura e la poesia. L’amore e la vita nella sua complessità sono le sue muse ispiratrici. La poesia rappresenta per lui il vero modo di mettere a nudo l’“io complesso”, quasi con analisi critica. Vincitore del premio “M. T. Bignelli” per la poesia d’amore (XXI Edizione del Concorso Nazionale “Garcia Lorca” 2010/2011), ha pubblicato in diverse antologie poetiche: Il Federiciano in diverse edizioni (Aletti Editore), ultima nel 2016 e Luoghi di Parole, “Premio Tindari- Patti Agenda Poetica 2010”. Nel 2011 nasce la sua prima raccolta intitolata Vincikalos, seguita da Intro nel 2013 che rappresenta un nuovo ritratto del suo personale cammino, entrambe edite da Aletti Editore. A seguire pubblica nell’antologia poetica Mario Luzi 2012 e Scrivi col Cuore, Poeti Italiani – III Edizione, Granelli di Parole – III e IV Edizione, Lettere d’amore – III Edizione, Unione Mondiale dei Poeti – I Edizione e Vento a Tindari – II Edizione per la Casa Editrice Kimerik. Nel 2018, in concomitanza con l’evento d’arte e poesia “Angeli a Calatagèron”, nasce la sua nuova creazione intitolata MediterrAnima, come percorso evocativo delle tradizioni siciliane e a suggellare l’evento riuscitissimo nella cittadina di Caltagirone. Il nuovo libro riceve oltre centocinquanta articoli su svariati blog e testate giornalistiche italiane importanti, vincendo nel 2019 il trofeo 1° posto del premio “ASAS – sezione B1”, patrocinato dall’Università di Messina. Successivamente MediterrAnima è premiato ancora a “Impavidarte” Biennale della Cultura, concorso “Artistico-Letterario”, patrocinato dell’Università degli Studi di Roma “UNITELMA SAPIENZA”; è 2° classificato al podio, Menzione Speciale al “Premio Comitato di Lettura”, “Premio IRSSAF” dell’Università di Nicosia. Nello stesso anno dona i suoi versi per la mostra fotografica *LiberALia* organizzata dal coworking “Lia Ci Sì” di Barcellona P. G., delle donne libere, dei sogni e di tanto altro, scatti fotografici aventi per soggetto volti di donne siciliane e innamorate della propria terra. Ha donato i suoi versi ai comuni di Caltagirone, Roccavaldina e Sant’Agata di Militello. Nel 2020 omaggia l’artista metafisica Laura Villani con la poesia REM e nel 2021 scrive la poesia Profluvi,tradotta in due lingue, tributo alle opere del grande pittore internazionale neorealista Santiago Ribeiro, cooperando alla realizzazione di un video per il progetto mondiale “New Surrealism Now”, con la partecipazione speciale dell’attore Maurizio Bianucci per la voce italiana (“Premio Crocitti”, che ha preso parte a film come Suburra, Aldo Moro e altre importanti fictions RAI), per la voce inglese “Flows” il prezioso contributo della giornalista e blogger Annalina Grasso. L’arte non si ferma sui social ai tempi della pandemia e il progetto ottiene un grosso successo, con oltre trecento articoli sui giornali di tutto il mondo e centomila visualizzazione sul web. Nell’agosto 2021 presta i suoi versi “Voluttuosi… dal palato ai sensi esplosi” per lo spot pubblicitario del “Medusa Lounge Restaurant” di Milazzo, sempre nello stesso anno selezionato al concorso “Piccole pesti leggono VI” per Kimerik, con la favola “Momatina e la spazzola magica”. Nel 2022 con la favola intitolata ” Mumbi e Formichella” dona il suo contributo al progetto “Le favole degli agrumi”, libro la cui parte del ricavato andrà in beneficienza alla Onlus C. D’Agostino.