La prima versione italiana, questa che qui si presenta, fu edita da Sonzogno nel 1832. Ma si tratta di un compendio, di una riduzione, sia della prima versione edita in lingua inglese a Londra nel 1802 con il titolo Travels through Sweden, Finland, and Lappland, to the North Cape, in the years 1798 and 1799 sia della successiva versione in francese, Voyage au Cap-Nord par la Suede, la Finlande et la Laponie, par Joseph Acerbi. Traduction d’après l’original anglais, revue sous les yeux de l’auteur, par Joseph Lavallée, edita a Parigi nel 1804.

L’originale inglese in due volumi è ornata da 17 incisioni. Il primo volume si apre con una dedica dell’autore al padre Giacomo Acerbi e prosegue con un’ampia Prefazione così introdotta:

«It may possibly excite curiosity to know, why a native of Italy, a country abounding in all the beauties of nature, and the finest productions of art, should voluntarily undergo the danger and fatigue of visiting the regions of the Artic Circle.»

e comprende XXX capitoli. I primi dodici riguardano la parte di viaggio attraverso la Svezia; dal capitolo XIII iniziano le descrizioni del viaggio in Finlandia. Il secondo volume contiene undici capitoli sull’esperienza di viaggio in Lapponia e termina con una lunga e approfondita digressione su quella regione, i suoi abitanti, i loro costumi, la loro cultura.

L’edizione francese è composta da ben quattro volumi. Il primo volume, dopo un ampio avant-propos, da attribuirsi forse al curatore Joseph Lavallée, la dedica al padre ed una prefazione, simile a quella nell’edizione originale inglese, contiene 16 capitoli. I primi dodici riguardano la Svezia. Dal XIII capitolo il racconto si svolge in Finlandia. Il secondo volume prosegue la numerazione dei capitoli: dal XVII al XXX riportano il viaggio nella zona finlandese, dal XXXI al XLI hanno per tema la Lapponia. Il volume termina con una conclusione finale. Il terzo volume contiene tutto l’approfondimento sulla Lapponia. Il quarto volume costituisce la raccolta della incisioni, 28 in tutto.

L’edizione italiana è in volume unico. Dopo un’introduzione, che si deve molto probabilmente a Giuseppe Belloni, ‘antico militare italiano’, che sul frontespizio compare come compendiatore della prima edizione italiana, inizia il testo organizzato in 22 capitoli. I primi due riguardano il soggiorno in Svezia (come si nota, estremamente ridotto rispetto alle versioni inglese e francese), dal III al IX capitolo è narrato il viaggio in Finlandia, il resto dell’opera comprende il racconto sulla Lapponia e sulle particolarità di quella regione. Il taglio principale riguarda dunque la parte relativa al viaggio in Svezia e, se si legge la biografia dell’autore, ci si accorgerà che proprio quella narrazione aveva provocato ad Acerbi numerosi problemi per via delle proteste del governo svedese contro quanto affermato dal viaggiatore italiano; queste rimostranze ufficiali contro il governo francese, per il quale Acerbi ricopriva un incarico diplomatico, ebbero pesanti conseguenze per lo scrittore. Quando viene pubblicato il compendio in Italia, nel 1832, lo scrittore ha abbandonato da tempo la bandiera francese e ricopre l’incarico di Imperial Regio Console generale in Egitto. Ma il resoconto sulla Svezia era comunque meglio che fosse espunto.

Sembra che questo sia stato il primo viaggio via terra per arrivare a Capo Nord. Non possiamo averne la certezza. Ma si può affermare che questo qui presentato sia il primo resoconto organico di tale viaggio. Esaminando il percorso, per arrivare a Capo Nord la spedizione prevede il passaggio dalla Svezia alla Finlandia con l’attraversamento del tratto di mare tra il Golfo di Botnia e il Mar Baltico. Lo stile, di consueto semplice e piano, acquista un forza non comune quando Acerbi descrive alcuni grandi fenomeni della natura o alcune circostanze straordinarie del suo viaggio: la distesa di mare gelato solcata dalle slitte, l’incendio nelle foreste della Finlandia, la descrizione della pesca della foca… Ma cosa può aver spinto un italiano, che viene da «un paese ricco di tutte le bellezze della natura e delle più belle produzioni d’arte» ad intraprendere un sì periglioso viaggio? Nella Préface all’edizione francese, anonima ma forse di pugno di Acerbi, si legge:

«Non c’è popolo, per quanto avanzato nella civiltà, che non possa trarre profitto dalle arti e dalle scienze di altre nazioni, anche le più barbare. La comprensione umana si perfeziona attraverso la comunicazione, anche con l’ignoranza […] Seppur imperfetto, questo lavoro può aprire la strada a una più precisa e più attenta; fu con viaggi e lavori simili che uomini di talento ordinario, con i loro modesti sforzi, diedero vita a produzioni meglio dirette e più istruttive.»

Egli fornì preziose informazioni per far conoscere a tutta l’Europa la cultura e lo stile di vita finlandese del XVIII secolo, avendo sviluppato un particolare interesse non solo per la natura, la flora e la fauna, dei luoghi che andava percorrendo, ma anche per la tradizione popolare finlandese. Per quanto riguarda la Lapponia, se da un lato Acerbi si dimostra pieno di pregiudizi nei confronti della popolazione lappone, i Sami, dall’altra è totalmente affascinato dai paesaggi incontaminati che gli si aprono continuamente davanti.

Mentre le versioni in inglese ed in francese ebbero un enorme successo in tutta Europa, rappresentando una delle prime testimonianze di viaggio sul profondo ed ancora molto sconosciuto Nord, l’apparire nel 1832 della versione italiana, peraltro molto ridotta, non destò molto interesse in quanto era già stata superata da numerose opere di maggior rilievo di tema simile. La Finlandia peraltro riconobbe sempre ad Acerbi un ruolo di importante divulgatore della sua cultura nel resto dell’Europa. Oggi, al tempo di mille guide piene di informazioni e di immagini, di internet capace di restituire il minimo dettaglio di ogni luogo, di un mondo in cui viaggiare è sempre più facile, rileggere questi resoconti di viaggio ha un interesse straordinario perché costituiscono una vivacissima testimonianza storica diretta, narrata in prima persona, non solo del grande Nord ‘fotografato’ alla fine del ‘700 ma anche perché ci fa rivivere l’avventura di cosa comportasse viaggiare in quel periodo, oltre due secoli fa. Ineguagliabili le descrizioni dello stupore dei viaggiatori di fronte alle aurore boreali, alle enormi creste di ghiaccio, alla roccia «cognita sotto il nome di Nord-Cap, o Capo-Nord.», un luogo che credo ognuno di noi abbia sognato di raggiungere almeno una volta nella vita:

«Questo Capo-Nord, oggetto formidabile di una temerità vittoriosa di tanti ostacoli, di tanti pericoli, e di tante fatiche; scopo veramente colossale di un viaggio tanto lungo, intrapreso pel solo piacere di toccarlo, e perchè fosse detto una volta senza impostura che gli uomini non si erano arrestati se non dove era loro mancata la terra; il Capo-Nord presentandosi a’ nostri sguardi s’impadronì di tutte le nostre facoltà. Al suo aspetto la nostra immaginazione si separò da tutto quello che la nostra vita si lasciava alle spalle; e il mondo non fu più per noi che in questo confine della terra.»

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

Dall’incipit del libro:

Il sig. Acerbi incominciando il racconto del suo Viaggio prende le mosse da Helsinbourg dirigendosi a Gottembourg. Questa è la seconda città della Svezia, assai mercantile. Conta 15 mil’anime; e nel suo interno si rassomiglia assai alle città olandesi. Giace poi sopra un suolo terribilmente sterile, coperto di piccole roccie simili al basalto. Dicesi, che vi si vive più piacevolmente che a Stockholm, trovando dappertutto urbanità, ospitalità, e niuno impaccio di formalità e di etichetta. Le donne sono belle, graziose, amabili, e di conversazione piacevolissima. Quando una persona è in Gottembourg invitata a pranzo, l’uso porta, che si trattenga in quella casa tutta la sera, e goda di una buona cena. Ciò si pratica in tutta la Svezia. Un altro uso è che al momento che si siede a tavola, ognuno a bassa voce faccia devotamente una preghiera; e così pure un’altra nell’alzarsene. Ne’ pranzi di cerimonia gli Svedesi fanno girare una larga tazza d’argento piena di vino di Sciampagna, di cui ognuno gusta facendo un brindisi. Ciò si eseguisce con certe cerimonie, di cui i forestieri vengono precedentemente avvertiti. Chi per avventura non vi si conformasse, dovrebbe bere tutta la tazza.

Scarica gratis: Viaggio al Capo Nord fatto l’anno 1799 di Giuseppe Acerbi.