Non facciamoci ingannare dal titolo: non si tratta del solito reportage turistico del solito viaggiatore più o meno sprovveduto (anche se non mancano le note umoristiche e di colore, come la descrizione della sauna finlandese): Paolo Mantegazza è il fondatore degli studi antropologici italiani, e questo viaggio ha come scopo lo studio scientifico della popolazione dei Lapponi.
Nel 1878, insieme al suo amico Stephen Sommer, allora giovane botanico ma anche fondatore insieme a Mantegazza della Società Italiana di Antropologia ed Etnologia a Firenze, l’autore affronta un viaggio nell’estremo nord dell’Europa. Nella prima parte del libro si citano spesso le fotografie che la coppia di scienziati raccoglie della popolazione Lappone, ma nessuna di queste viene inclusa nel volume. Solo nel 1887 verranno pubblicate in Un viaggio d’inverno in Lapponia da parte di Sommer.
I primi capitoli sono turistici: l’inizio del viaggio da Copenaghen a Stoccolma, poi Cristiania, le coste della Norvegia ed il Sole di mezzanotte, la descrizione dell’ambiente estremo scandinavo: il mare, il freddo e il silenzio.
Dal quinto capitolo in poi si cambia registro: il turista cede il posto allo scienziato, e comincia lo studio della popolazione lappone: storia naturale, censimento, descrizione fisica, abitudini e costumi, psicologia ecc.
Infine, con l’aiuto di autori che cita abbondantemente, Mantegazza descrive la vita dei lapponi migratori – che si contrappongono ai lapponi pescatori -, raccoglie esempi della loro poesia, dei loro proverbi e degli indovinelli, per terminare con lo studio delle credenze religiose che sopravvivono nonostante siano formalmente convertiti al cristianesimo.
Sapendo che Mantegazza è stato, tra le altre cose, corrispondente di Charles Darwin ed uno dei principali diffusori del suo pensiero in Italia, sono rimasto sorpreso da una nota dell’autore, inserita in un racconto in cui un cane senza coda era avvantaggiato nella sua lotta contro il lupo:
In Kautokeino ed Enare diverse famiglie di lapponi hanno una razza di cani che nascono senza coda. Naturalmente non è una razza propria, ma quella particolarità proviene in origine da ciò che per dei secoli, generazione dopo generazione, si è tagliato loro la coda finchè alcuni individui finalmente nascessero senza. Questo è talmente inerente alla razza adesso, che cani di quella razza, anche accoppiati con cani colla coda producono dei piccoli che ne sono privi.
Darwin non sarebbe stato d’accordo: quanto affermato (il corsivo è mio) assomiglia più alla teoria dei caratteri acquisiti di Lamarck (la giraffa nasce con il collo lungo perché per infinite generazioni ha dovuto sforzarsi di allungare il collo per mangiare le foglie alte) piuttosto che alla teoria darwiniana della selezione naturale dei più adatti.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
viaggi fatti in furia hanno il loro vantaggio, e non conviene calunniarli come si suole. E poi nella vita febbrile del nostro tempo che cosa è che non si faccia in fretta? Leggiamo forse mai un libro per intiero? Studiamo forse per dieci anni almeno una riforma politica prima di farla? Ci ricordiamo per caso di ciò che abbiamo fatto ieri? S’è dormito per tanti e tanti anni colla ninna-nanna dei dogmi immutabili, che una volta svegliati ci siamo messi a correre per chi sa fin quando. E poi e poi, quando si sa leggere bene, si può anche leggere presto; meno i rarissimi casi, nei quali il libro sia un gioiello d’arte, che si mira, che si contempla, che si accarezza, e che, come la donna amata, ogni giorno ci rivela un nuovo tesoro e una bellezza nuova.
Così è dei viaggi; si possono anch’essi far presto e bene, e anche dallo sportello d’un vagone e dalla finestra d’una locanda si possono sorprendere colla stenografia del pensiero tante e preziose medaglie estetiche e psicologiche. Attraversi, per esempio, i monti pittoreschi e le valli ridenti del Tirolo; senti alle stazioni della ferrovia lo squillo poetico delle trombe montane, vedi al crocicchio delle strade campestri i grandi crocifissi, che proteggono il maturare delle biade e ricordi i sentimenti profondamente religiosi dei buoni tirolesi. Attraversi le foreste della Selva Nera, i campi della Germania centrale, e vedi sospesi dovunque i nidi artificiali, che invitano gli uccelletti del Signore a vivere presso la casa dell’uomo, ed eccoti rivelata una pagina del sentimento germanico, che protegge con tanto amore le piccole creature. E così di seguito.
Scarica gratis: Un viaggio in Lapponia coll’amico Stephen Sommier di Paolo Mantegazza.