Un giorno perfettoTitolo: Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek, 2008
Con: Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo, Valerio Binasco, Angela Finocchiaro, Federico Costantini, Nicole Murgia, Gabriele Paolino, Milena Vukotic.

Un po’ di ironia non guasterebbe. Questo Mastandrea è troppo rigido, con la faccia seria e cattiva, non vede l’ora di concludere tragicamente la propria vicenda di marito respinto. E con la sua legnosità condiziona il racconto, esaltando per contrappasso la sciaguratezza della moglie (Ferrari), sbattendola persino fuori ruolo, via per una tangente paradossale che finisce per svuotare la portanza del contenuto (l’origine è il romanzo “stregato” di Melania Mazzucco, 2003). Il film sembra divorato dall’attualità, le situazioni si consumano in una sorta di rispetto totale dei riferimenti tematici esterni, esigentissimi verso una sceneggiatura perfettamente misurata sul grado di comprensibilità convenzionale generalista. Il cinema si piega ai voleri dello script, seguendo passo passo le anticipazioni chiarissime e semplicissime delle battute. Nella prima parte questa “premeditazione”, questa progettualità creativa è veramente fastidiosa. La seconda metà della giornata lascia un po’ di spazio alla sensibilità del regista, i personaggi respirano a tratti un’aria verosimile – non tanto nel senso di simile al vero, di fedeltà al referente, bensì di coerenza interna delle scene. Ma per lo più la “perfezione” del giorno sembra costringere Ozpetek ad una fedeltà tematica da “primo della classe”, non necessariamente richiesta dalle “scabrosità” della vità d’oggi. Amore, figli, scuola, politica, lavoro precario, disorientamento, scollamento tra generazioni, confusione, disperazione. Un momento di autenticità è segnato dalla sequenza in cui si incontrano Ferrari e Guerritore, ma a quel punto la profondità/ambiguità del “caso” sembrerebbe richiedere un cambio di registro su tutto il lavoro.