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(voce di SopraPensiero)Pubblicato Tre miliardi nella baia di Vigo di Carlo Iberti.
Il 23 ottobre 1702, nella baia di Vigo, la flotta anglo olandese sbaragliò la flotta spagnola composta da svariati galeoni, che trasportavano un carico prezioso proveniente dal Messico, e dalla scorta francese. Molti galeoni affondarono dopo essere stati dati alle fiamme dagli stessi marinai spagnoli, proprio per impedire che il prezioso carico cadesse nelle mani nemiche. Il lavoro minuzioso di Iberti ricostruisce quanta parte del carico giace ancora sui fondali della baia ed è sempre fondato su una attenta disamina di documenti originali. Il testo contiene 57 tavole provenienti principalmente da testi del XVII secolo, tra le quali numerose mappe d’epoca.
Dall’incipit del libro:
La baia di Vigo è forse la più incantevole e pittoresca baia del mondo.
Circondata e protetta da belle e selvaggie montagne, è quasi sbarrata verso l’Atlantico da due isolette dette di Baiona o Cies, estremamente accidentate, che dànno luogo a due canali per cui i vapori mercantili e le più grandi navi da guerra possono entrare nel vasto e ridente bacino.
Vigo, graziosa cittadina sulle falde di un piccolo colle, cui fanno corona le mura del Castillo De Castro, specchia civettuola in questa gran coppa azzurra le sue bianche case. La popolazione, di circa 30.000 abitanti, è forte e laboriosa, l’uomo evoluto e sagace, la donna spesso bella e sempre aggraziata e simpatica.
Le vie dei suoi quartieri vecchi sono strette ma pulite, mentre le moderne si aprono belle, ombreggiate e spaziose.
Il clima è dolce e temperato, come fan fede le osservazioni dei bollettini metereologici segnanti una media di più che 250 giorni di bel tempo all’anno.
È paese di grandi risorse; la vegetazione è lussureggiante, le diverse coltivazioni molto ben accudite, la pesca meravigliosamente abbondante, le industrie incipienti ma moderne, il commercio vasto e solido.
Vigo è famosa sovratutto per le sue sardine, alla cui lavorazione accudiscono con successo anche Italiani. Da quando questi pesciolini deliberarono di volgere il tergo a Nantes per venire a Vigo, qui sorse come per incanto una poderosa flottiglia di navi peschereccie e di stabilimenti; ricordo come in certi giorni dalla nave ancorata nell’interno della baia non si potesse quasi scorgere l’acqua a causa del fitto e vasto sciame di sardine.