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Nella Roma di Giulio Cesare e Cicerone, Tizio Caio Sempronio, dongiovanni ricco e spensierato, s’innamora della divina Clodia. Per soddisfarne i piaceri e le voglie, il giovane cavaliere è costretto ad indebitarsi con il banchiere Cepione, anch’egli invaghito della bella dama. L’usuraio fa di tutto per provocare la rovina finanziaria di Sempronio e alla notizia del suo fallimento, Clodia lo abbandona per gettarsi nelle braccia di Cepione. Ma grazie ad un’altra nobildonna, il gentil cavaliere si sottrae alla condanna per debiti.
Dall’incipit del libro:
Lettori umanissimi, voi certamente non l’avete conosciuto, perchè egli fioriva un mezzo secolo prima dell’èra volgare, cioè a dire dopo il settecentesimo anno dalla fondazione di Roma.
Chi? domanderete. Il protagonista del mio racconto, il chiarissimo Tizio Caio Sempronio, cittadino romano, dell’ordine dei cavalieri. Non lo confondete, per carità, coi cavalieri moderni, che sono di più ordini. A Roma i cavalieri formavano un ordine solo, ed erano, una delle tre spartizioni del popolo, fatte da Romolo, buon’anima sua. E quasi non occorre che io dica essere questi tre ordini, il patrizio, l’equestre e il plebeo; tutta brava gente che non vivevano molto in pace tra loro, ma che per un migliaio d’anni spadronarono utilmente su tutto il mondo conosciuto. La qual cosa mi conduce a pensare che gli storici abbiano un po’ calunniato quel popolo, o per lo meno vedute le sue bizze domestiche con una lente d’ingrandimento.
Ma non ci perdiamo in chiacchiere. Se vi piace, siamo all’anno 703 ab urbe condita, sotto i consoli Servio Sulpicio Rufo e Marco Claudio Marcello, egregie persone, di cui non so dirvi altro che il nome. Consoliamoci insieme, pensando che essi importano poco al nostro soggetto.
Tizio Caio Sempronio era un gentil cavaliere, e bello, per giunta, come un dio di fabbrica ellèna. Si diceva che sua madre lo avesse concepito dopo essersi fortemente commossa alla veduta di una statua di Scopa. Aveva i capegli biondi e riccioluti, diritto il naso, breve il labbro superiore, il mento rotondo, l’orecchio piccolissimo; insomma, tutte le bellezze d’Apollo.
Scarica gratis: Tizio Caio Sempronio di Anton Giulio Barrili.