E’ partito ieri e si concluderà domani alla Fattoria di Vigheffio (Parma) la terza edizione del Creative Commons & Copyleft Culture Festival, il festival della musica libera da licenze. Tre giorni di musica, teatro e dibattivi coperti sotto la formula del “permesso d’autore” contro il rivale “copyright”.

Organizzato dalla SM4X e la Cooperativa sociale Avalon Onlus, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, l’appuntamento rappresenta la prima rassegna italiana dedicata a un modo alternativo di concepire la diffusione della musica, della cultura e dell’arte nell’era di internet. Sul palco si esibiranno artisti italiani che si avvalgono di licenze libere, cioè caratterizzate dalla possibilità, garantita dallo stesso autore, di utilizzare e ripubblicare le opere gratuitamente.

Sulla scia di nomi del calibro dei Radiohead e dei Nine Inch Nails, che hanno permesso di scaricare i loro ultimi album anche gratuitamente dal proprio sito, anche in Italia la realtà del “permesso d’autore” sta iniziando a diffondersi nei diversi campi artistici. Da citare l’esempio del collettivo letterario Wu-Ming: gli
scrittori che ne fanno parte pubblicano le loro opere anonimamente online, ma anche attraverso tradizionali case editrici, ottendendo comunque un enorme successo. Il doppio binario di diffusione, gratis e commerciale, rappresenta una soluzione per molti e rappresenta il criterio adottato da tutti gli artisti che calcheranno il palco del CC Festival.

“In Italia i diritti d’autore sono regolati da una legislazione molto vecchia, inadatta a gestire la grande quantità di opere d’ingegno messe a disposizione attraverso il web e le nuove tecnologie”, spiega l’organizzatore del festival Sergio Simonazzi. “Esiste, poi, una grande anomalia: la Siae richiede contributi anche se gli artisti non sono iscritti alla società e l’evento è gratuito”. Oggi, invece, in tutti i Paesi europei, Italia compresa, esiste anche un’Authority che rilascia online licenze Creative Commons. Ce ne sono di sei tipi diversi che permettono di scaricare le opere e, in alcuni casi, anche di modificarle, sempre rispettando alcune condizioni, come la divulgazione gratuita e la citazione dell’autore. Rispetto al tradizionale diritto d’autore, le licenze creative commons e copyleft sono licenze “elastiche e flessibili”, conclude Simonazzi.