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(voce di SopraPensiero)La sonda LRO, in orbita intorno alla Luna, ha immortalato la Terra «sorgente» in un’immagine di straordinaria bellezza
La sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) è in orbita intorno alla Luna dal 2009 e da allora studia quotidianamente la superficie del nostro unico satellite naturale con un livello di dettaglio mai raggiunto prima.
Benché nel suo orbitare a 5.760 km/h intorno alla Luna, LRO incontri 12 Terre sorgenti ogni giorno, è di solito troppo impegnata a fotografare i paesaggi lunari per occuparsi di altro. Ma di tanto in tanto LRO cambia punto di vista, un po’ per studiare la sottilissima atmosfera lunare e un po’ per tarare gli strumenti. È in queste occasioni che può capitare di riprendere la Terra, così come è accaduto per questa magnifica immagine del nostro pianeta, acquisita il 12 ottobre scorso.
Sarebbe sbagliato credere, però, che il tutto si sia risolto in un semplice «punta e scatta», come avrebbe fatto un umano con una fotocamera in mano. L’immagine della Terra che vediamo è il risultato finale di una complessa progettazione e di un sofisticato lavoro di post-produzione. Innanzitutto non si tratta di una singola immagine, ma di una composizione di scatti, acquisiti con due strumenti diversi: la WAC (Wide Angle Camera), che ha una minore risoluzione ma un campo visivo più ampio ed è in grado di catturare i colori, e la NAC (Narrow Angle Camera), che ha una maggiore risoluzione, ma un campo visivo più stretto e fotografa solo in bianco e nero. Prima di arrivare a inquadrare correttamente la Terra e un frammento di Luna per dare il contesto, LRO ha dovuto compiere inoltre una complessa manovra, inclinandosi su un fianco di 67 gradi e poi ruotando di scatto rispetto alla direzione del moto, mentre continuava a sfrecciare a 1,6 km/s rispetto al suolo lunare.
Il «pezzo» di Luna che si vede nell’immagine, mentre LRO lo sorvolava a circa 134 km di altezza, è il cratere Compton, che si trova presso il bordo del lato lontano della Luna.
Va precisato che il concetto di «Terra sorgente» ha senso unicamente rispetto a un osservatore che orbiti intorno alla Luna. Per un astronauta fermo sul suolo lunare, per esempio in uno dei siti di allunaggio delle missioni Apollo, la Terra appare più o meno ferma nel cielo. Non sorge e non tramonta mai. La si vede soltanto ruotare sul proprio asse. Per un ipotetico astronauta che sbarcasse, invece, sul lato lontano della Luna, la Terra semplicemente non esisterebbe. Piuttosto sconcertante, a pensarci!
La bellissima immagine composta con gli scatti di LRO è una nuova versione di quella magica «biglia blu» (blue marble), immagine iconica della Terra, acquisita durante la missione dell’Apollo 17 dall’astronauta Harrison Schmitt nel dicembre 1972. In entrambi i casi, l’emisfero terrestre visibile è dominato dall’Africa. In questa nuova immagine, oltre l’Africa sono chiaramente visibili anche la penisola arabica e parte del Brasile, mentre il resto delle terre emerse è coperto dalle nuvole.
Osservare la Terra nella sua totalità, guardarla come appare dallo spazio, così incredibilmente bella, ricoperta di oceani e nuvole, non può lasciare indifferenti. Non si può fare a meno di pensare che quella «casa» blu avvolta da un abisso di nero è, per quel che ne sappiamo, l’unico posto nell’universo in cui è esistita ed esiste la vita.
Michele Diodati scrive sul blog astronomico Media Meraviglia.