Intricatissima trama ed intricata vicenda editoriale per questo “giallo” la cui prima “traduzione” italiana fu curata da Alfredo Pitta con più di qualche licenza. Comunque la vena inventiva dell’autrice è salva ed anche il piacere della lettura.

Nella pagina dedicata all’opera (vedere link in basso) è disponibile la sinossi a cura di Paolo Alberti.

Dall’incipit del libro:

— Non dimenticherò mai quella notte – cominciò Gryce, avvolgendosi freddolosamente intorno alle gambe ormai paralizzate una coperta da viaggio, nonostante il fuoco che ardeva nel caminetto. – Era il 17 luglio, me ne ricordo ancora: ed ho ben motivo di ricordarmene, poichè sebbene allora fossi agli esordi di una carriera che, lasciatemelo dire, si svolse poi troppo brevemente ma non ingloriosamente, mai negli anni successivi mi son trovato a dover trattare un caso più terribile, più denso di mistero, e che si aggrovigliava man mano che si sarebbe potuto credere venisse invece a chiarirsi. In seguito, sì, ho dovuto occuparmi di altre tragedie, di foschi drammi, facendo luce sui quali ho potuto acquistarmi qualche rinomanza sino a che il disgraziato incidente che sapete non è venuto a rendermi quasi invalido; ma quello che fu chiamato a suo tempo Il mistero della Colonnata m’è rimasto più degli altri impresso nella memoria, forse perchè fu uno dei primi casi in cui avessi una certa autonomia, forse per l’agitarsi delle passioni che lo illuminarono sinistramente di una luce quanto mai fosca e dolorosa.

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