Tag: Luigi Capuana
C’era una volta una povera donna rimasta vedova, con un figliolino sulle braccia. Era malaticcia, e con quel bimbo da allattare poteva lavorare pochino.
C‘era una volta un Re e una Regina che avevano una figlia bella quanto la luna e quanto il sole; tanto frugola però, che facendo il chiasso metteva sossopra tutto il palazzo reale…
C‘era una volta un Re che aveva un vocione così grosso e forte, da poter essere udito benissimo fino a dieci miglia lontano. Quando parlava, pareva tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono.
Da tre giorni, nel paesetto non si parlava di altro che dell’arrivo del burattinaio.
Davanti al magazzino da lui preso in affitto, una folla di ragazzi faceva ressa per vedere i preparativi delle rappresentazioni, quantunque il portone socchiuso non permettesse di scorgere quel che colui stava ad armeggiare là dentro.
Ogni volta che in casa del commendator Scalandri si riuniva la Commissione, i bambini venivano relegati in uno stanzone in fondo al corridoio, e per loro era una festa.
Che cosa fosse la Commissione non erano mai riusciti a saperlo.
— Madonna mia!... I padroncini!
Con le mani in tasca e il bastone sotto braccio, il pecoraio si era fermato ad aspettare al varco i quattro monelli che laggiù, in fondo alla strada, tiravano sassi a un albero di albicocco per farne cascare a terra le albicocchine immature. Le macchie di rovi, che formavano siepe da quel lato, e la fronda d'un grosso ulivo che sormontava il ciglione gl'impedivano di riconoscerli.
In casa Borsino avevano proprio paura che l'aria si mangiasse quei due bambini tanto desiderati e venuti con tanto ritardo; e avevano paura del freddo, del caldo; insomma non saprei dire di che cosa non avessero paura.
— Uh! Il Drago! Il Drago!
Don Paolo Drago – drago di nome e di fatto, diceva la gente – arrivato davanti a loro, si era fermato, trattenendo l'asino con una leggera tirata della cavezza.
Giorgio era un buon ragazzo, ma molto vanesio; i suoi compagni di scuola lo chiamavano il filosofo, perchè raramente si degnava fare il chiasso insieme con loro. Aveva da qualche tempo in qua la fissazione d'apparire giovanotto, quantunque non oltrepassasse i quattordici anni, e s'arrabbiava dell'ostinazione del suo babbo e della sua mamma che non volevano fargli smettere la camiciola col cinto e i calzoni a mezza gamba.